Caritas a luci rosse. “Processi sui giornali, sta diventando vicenda da cronaca rosa”, parla l’avvocato del sacerdote

Il legale Aiezza: “Già dichiarata inammissibile l’opposizione avanzata da uno degli odierni indagati. Non sussiste alcun dubbio su chi sia la vittima in questa vicenda: il mio assistito”

Tiene banco lo scandalo a luci rosse alla Caritas di Foggia. Sulla questione è intervenuto, attraverso una nota diffusa alla stampa, l’avvocato Mario Aiezza, legale dell’ex direttore dell’ente diocesano, vittima di estorsione dopo atti sessuali con una delle due persone indagate.

“Non è mio costume parlare di processi sui giornali, tanto più in una fase così embrionale qual è quella in cui si trova il procedimento oggetto di cotanta attenzione dalla giornata di ieri – ha dichiarato Aiezza -. Un’attenzione che appare mossa non tanto dalle gravi implicazioni giudiziarie correlate alla vicenda ma vieppiù dai profili di cronaca rosa sottesi alla questione. 

Una vicenda in una fase così tanto embrionale che neppure il sacerdote, nel pieno esercizio delle sue funzioni, era a conoscenza dell’esercizio dell’azione penale da parte della Procura, non essendo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari un atto da notificare alla persona offesa.

Spiace, professionalmente oltre che deontologicamente, dover constatare che detta funzione notificatoria, non prevista, arrivi per altre vie, con una ribalta mediatica della notizia che pare quasi andare a concretizzare l’estorsione subita dal sacerdote.

Ad ogni modo – ha proseguito il legale -, nonostante non ne condivida i mezzi, l’opportunità e le tempistiche, risulta doveroso intervenire sulla vicenda per esclusivo dovere difensivo nei confronti del mio assistito il quale, in questa vicenda, ha un solo ed unico ruolo, giuridicamente ad oggi incontrovertibile, ossia vittima del reato di estorsione posto in essere dagli odierni indagati. Qualsivoglia altra questione ha una sola unica sede naturale ove approfondirla e sviscerarla: il processo. Non certo i giornali. 

Una precisazione, però, risulta necessaria sin da subito, in ragione di quanto apparso sulla stampa locale. La posizione del mio assistito, con decreto del Giudice delle Indagini Preliminari del 25 luglio 2018, che ha dichiarato inammissibile l’opposizione avanzata da uno degli odierni indagati, è stata archiviata, non sussistendo pertanto alcun dubbio, come contrariamente paventato, su chi sia la vittima in questa vicenda: il sacerdote.

Ed infine risulta essere stata chiarita, in quella medesima sede, a mezzo di consulenza psichiatrica disposta dalla Procura, la condizione di piena capacità di determinarsi in capo ad uno dei due indagati. L’auspicio, dunque – ha concluso l’avvocato foggiano -, è che il processo torni ad essere svolto nella sua sede naturale: l’aula del Tribunale”.



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