90mila euro per il turismo ‘muslim friendly’ in Puglia, Salvini e Meloni: “Soldi pubblici per farci islamizzare”. Regione ritira il bando

90mila euro per sostenere il progetto “Puglia Muslim friendly”. L’iniziativa ha scatenato un polverone sul web, con attacchi incrociati delle destre (Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per questo la Regione a deciso di ritirare l’avviso pubblico.

“La priorità della sinistra in Puglia? – chiede il segretario della Lega – 90mila euro per il turismo islamico”, mentre la leader di Fratelli d’Italia entra nello specifico segnalando che il bando “finanzia le strutture turistiche che tolgono i simboli cristiani”, e che fra le prescrizioni ci sono “piscine separate fra uomini e donne, babysitter e personale vestito in modo consono (niente minigonna, meglio il burqa), e una serie di altre regole imbarazzanti”.

Per Bari, il bando va ritirato perché “è necessario sottoporlo a valutazione della giunta”. È evidente la vera ragione del dietrofront, la campagna elettorale per le Regionali di settembre. L’avviso pubblico mirava a finanziare operatori, tour operator, agenzie di viaggio, guide e accompagnatori turistici, ristoratori e stabilimenti balneari che fossero in grado di diversificare la loro offerta, intercettando così anche il turista musulmano. Si sarebbero finanziati progetti da realizzare fra l’1 ottobre e il 18 novembre, a ognuno sarebbero andati da 3mila a 10mila euro (il tetto massimo dell’operazione era di 90mila euro).

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L’intento non era quello di islamizzare la Puglia, ma di arricchire la sua offerta culturale, per renderla appetibile a turisti provenienti da Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Indonesia e altri Paesi a maggioranza musulmana, ma anche da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Singapore e Paesi Bassi.

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“Il mercato del turismo Muslim friendly è collegato ai bisogni religiosi dei musulmani – si legge nel bando – e si connette a una serie di servizi e attenzioni che vengono rivolte alla clientela nell’intera filiera, dalle strutture extra-lusso ai singoli membri dello staff, dai driver per un transfer aeroportuale al general manager di un ristorante, per consentire una fruizione dell’ospitalità in modo gradevole e confortevole, soprattutto senza imbarazzi dovuti a differenze culturali”.

“Bisogna proporre cucina italiana – precisava il bando – sebbene adeguata ai canoni islamici. Esistono molte aziende che producono halal e anche le specialità gastronomiche italiane che apparentemente risultano meno in linea con gli standard islamici possono essere fornite Muslim friendly, esistendo ad esempio insaccati non di suino, babà senza rum e finanche vini o birra non alcolici”. Queste precisazioni non sono bastate al centrodestra e ai suoi leader Meloni e Salvini.


“Ora paghiamo pure con risorse pubbliche per farci islamizzare”, ha scritto lei su Facebook, insistendo sulle “piscine separate fra uomini e donne” e “personale vestito in modo consono”. “Si consiglia di mostrare sempre un atteggiamento inclusivo, aperto, accogliente e cordiale – continuava il bando – per non far sentire i clienti a disagio per la loro appartenenza confessionale o per i loro tratti culturali (da evitare sguardi insistenti o stupiti per eventuali abbigliamenti inconsueti), evitando ogni forma di discriminazione o di islamofobia, sia nei discorsi sia nei modi comportamentali, rimarcando all’occorrenza le condizioni di sicurezza interna e di stabilità italiane”.