
90mila euro per sostenere il progetto “Puglia Muslim friendly”. L’iniziativa ha scatenato un polverone sul web, con attacchi incrociati delle destre (Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per questo la Regione a deciso di ritirare l’avviso pubblico.
“La priorità della sinistra in Puglia? – chiede il segretario della Lega – 90mila euro per il turismo islamico”, mentre la leader di Fratelli d’Italia entra nello specifico segnalando che il bando “finanzia le strutture turistiche che tolgono i simboli cristiani”, e che fra le prescrizioni ci sono “piscine separate fra uomini e donne, babysitter e personale vestito in modo consono (niente minigonna, meglio il burqa), e una serie di altre regole imbarazzanti”.
Per Bari, il bando va ritirato perché “è necessario sottoporlo a valutazione della giunta”. È evidente la vera ragione del dietrofront, la campagna elettorale per le Regionali di settembre. L’avviso pubblico mirava a finanziare operatori, tour operator, agenzie di viaggio, guide e accompagnatori turistici, ristoratori e stabilimenti balneari che fossero in grado di diversificare la loro offerta, intercettando così anche il turista musulmano. Si sarebbero finanziati progetti da realizzare fra l’1 ottobre e il 18 novembre, a ognuno sarebbero andati da 3mila a 10mila euro (il tetto massimo dell’operazione era di 90mila euro).
https://www.facebook.com/salviniofficial/posts/10158018987433155
L’intento non era quello di islamizzare la Puglia, ma di arricchire la sua offerta culturale, per renderla appetibile a turisti provenienti da Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Indonesia e altri Paesi a maggioranza musulmana, ma anche da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Singapore e Paesi Bassi.
https://www.facebook.com/giorgiameloni.paginaufficiale/posts/10158529505157645
“Il mercato del turismo Muslim friendly è collegato ai bisogni religiosi dei musulmani – si legge nel bando – e si connette a una serie di servizi e attenzioni che vengono rivolte alla clientela nell’intera filiera, dalle strutture extra-lusso ai singoli membri dello staff, dai driver per un transfer aeroportuale al general manager di un ristorante, per consentire una fruizione dell’ospitalità in modo gradevole e confortevole, soprattutto senza imbarazzi dovuti a differenze culturali”.
“Bisogna proporre cucina italiana – precisava il bando – sebbene adeguata ai canoni islamici. Esistono molte aziende che producono halal e anche le specialità gastronomiche italiane che apparentemente risultano meno in linea con gli standard islamici possono essere fornite Muslim friendly, esistendo ad esempio insaccati non di suino, babà senza rum e finanche vini o birra non alcolici”. Queste precisazioni non sono bastate al centrodestra e ai suoi leader Meloni e Salvini.
“Ora paghiamo pure con risorse pubbliche per farci islamizzare”, ha scritto lei su Facebook, insistendo sulle “piscine separate fra uomini e donne” e “personale vestito in modo consono”. “Si consiglia di mostrare sempre un atteggiamento inclusivo, aperto, accogliente e cordiale – continuava il bando – per non far sentire i clienti a disagio per la loro appartenenza confessionale o per i loro tratti culturali (da evitare sguardi insistenti o stupiti per eventuali abbigliamenti inconsueti), evitando ogni forma di discriminazione o di islamofobia, sia nei discorsi sia nei modi comportamentali, rimarcando all’occorrenza le condizioni di sicurezza interna e di stabilità italiane”.