“A noi interessa prendere le distanze da quello che è accaduto in aula consiliare, il sindaco non può creare un monocolore leghista e comunicarlo agli altri partiti e alle civiche a cose avvenute, in conferenza stampa”.
È come al solito battagliero il leader della destra Bruno Longo, candidato consigliere regionale dei Fratelli d’Italia, e tra i massimi oppositori interni nel centrodestra foggiano al sindaco Landella.
Alle 18.30 i meloniani e chi vorrà unirsi si incontreranno per decidere una linea comune sul bilancio preventivo, che va in consiglio domani.
L’idea è quella di approvare solo il consuntivo, ma non il bilancio preventivo che può essere rinviato fino al 30 novembre. Per alcuni a destra il documento va bocciato, proprio per dare un segnale al primo cittadino.
Per ora vige il silenzio tra i Fratelli d’Italia e Forza Italia. Si usano metafore. “Stava affogando ed è salito sulla nave dei pirati”, dice qualcuno.
Ma perché accelerare così tanto il passaggio alla Lega? Il sindaco non poteva esplicitarlo dopo il 21 settembre? Si favoleggia di una promessa leghista per Michaela Di Donna, che qualora Fitto vincesse, sarebbe spinta da Ursitti, D’Eramo e gli altri per un ruolo di primo piano nell’amministrazione.
“Landella non è il peggio della politica, ma ha sbagliato tempi e modalità. Tanti altri che hanno ricevuto dei rifiuti non hanno forzato la mano. Basta vedere il caso di Elena Gentile, ora Landella sconta una indignazione generale. Se avesse aspettato non sarebbe passato come il traditore della patria. E a che pro, poi?”, si chiede Longo.
Il voto alle Politiche, con ogni probabilità, è lontano: 2023. E dopo le Regionali, nella maggioranza Landella tutto potrebbe essere messo in discussione. Incarichi, assessorati, CdA e finanche la presidenza del Consiglio, se è vero che Leo Iaccarino potrebbe votare e far votare per il cugino Rosario Cusmai, capolista dei pizzarottiani con Michele Emiliano.
Da parte sua, il sindaco Landella confida a l’Immediato che dopo le regionali la verifica politica sarà inevitabile. Ma domani si aspetta che la maggioranza voti gli atti, “per senso di responsabilità”.
“L’approvazione del documento contabile apre anche le porte ai concorsi per l’assunzione del personale di cui il Comune necessità per assolvere efficacemente il servizio pubblico che è chiamato ad assicurare. Domani, perciò, è il momento di manifestare il vero valore della nostra coalizione, di dimostrare che, al di là del numero della maglia che si indossa, si scende in campo per la stessa squadra”, ha scritto nella sua nota (clicca qui per l’intervento integrale del sindaco).
E a denti stretti afferma alla nostra testata: “Dovevo prendere atto che lo spazio in Forza Italia non c’era, sono stato coerente, prima della chiusura delle liste, ho maturato la mia decisione, che non è uno scambio per ottenere chissà cosa. Mi dicono che avrei dovuto aspettare: ma per fare cosa? Mi dovevo mettere la maglietta per fare la campagna elettorale, la mia è una trasparenza massima, ho scelto il partito che traina la coalizione”.
Sulla “riconoscibilità” del suo voto in Lega è netto: “Aspetterò le indicazioni del partito, non so ancora se voterò solo per il simbolo o se darò il mio appoggio ad x. Sono soggetto politico, mi adeguo alla volontà del partito, se mi si chiederà: dai una mano ad x, il mio sostegno sarà strutturato. Faccio appello all’unità del centrodestra, vogliono votare contro? Lo facciano, per l’amor del cielo, ma mi devono spiegare la motivazione politica. Forza Italia mi ha cacciato, senza una risposta politica non ha candidato Di Donna. Non può essere Fratelli d’Italia a dirmi in quale partito stare, mentre c’è il totale silenzio sui veri trasformisti. Io rimango fedele al centrodestra e a Fitto. Dopo lo sfregio che ho subito, non è da tutti rimanere leali”.