“La grava di Posta del Fosso in agro di Manfredonia, da più di 10 giorni sprigiona fumi tossici”, lo afferma in una nota, Alessandro Manzella responsabile Guardie Ambientali Italiane di Manfredonia. “Nell’immediata periferia della città – dice – si trova una grava, una cavità naturale nel terreno dove l’acqua delle piogge in eccesso cadeva per continuare a scorrere sottoterra. Oggi la grava è ridotta a pochi metri per i rifiuti abbandonati nel corso degli anni. In fondo al fosso vi era un passaggio che portava ad una grotta. Già tra il 1944 e il 1945 la grava fu usata come discarica dalle truppe anglo-americane. Negli anni Trenta questa caverna, dalla volta rabescata di concrezioni stalattitiche, era stata individuata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, la quale aveva avviato indagini archeologiche. Dagli scavi eseguiti emerse che migliaia di anni fu dimora di comunità umane primitive”.
Le guardie ambientali spiegano che “attualmente la grava è ancora una discarica abusiva, colma di materiale di risulta elettrodomestici di vario genere, materiale plastico, materiali derivanti da potatura di alberi e letame, alcuni pericolosi come le lastre di eternit, altri maleodoranti, come carcasse di animali. L’incendio di stoppie avvenuto più di 10 giorni fa ha interessato anche la grava, che nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, fuma come un vulcano, mettendo in serie difficoltà tutti i residenti, respirando notte e giorno fumi tossici, dannosi per la salute pubblica e l’ambiente. Le autorità preposte ancora stamattina hanno riferito che stanno tenendo la situazione sotto controllo, il problema? È che da più di 10 giorni si continua a respirare veleno – dice Manzella -. Purtroppo il remoto insediamento umano non potrà essere documentato in quanto qualcuno ha ostruito completamente il passaggio alla grotta”.