All’alba di oggi, circa 150 agenti delle questure di Brindisi, Lecce e Foggia, con personale del Servizio centrale operativo, della polizia scientifica di Roma e numerosi equipaggi del Reparto prevenzione crimine, hanno eseguito un’operazione coordinata dalla procura brindisina. Nell’operazione “Long vehicle”, sono stati arrestati Raffaele e Pietro L’Abbate, di 50 e 29 anni, entrambi di Monopoli; Ciro Morelli, 63 anni di Foggia; Luigi Antonio Ricci, 64 anni di Lucera; Nunzio Arnese, 60 anni di Cerignola e la moglie Addolorata Piazzolla, 53 anni di Cerignola; Paolo Padalino, 52 anni, di Foggia. Obbligo di dimora per Ricci, in carcere tutti gli altri.
Quella mattina furono esplosi colpi di kalashnikov contro gli pneumatici e il parabrezza del portavalori, un vigilante fu sfiorato da una pallottola, il traffico rimase bloccato e gli automobilisti minacciati e costretti a mettere le auto di traverso. I banditi utilizzarono chiodi a quattro punte per bloccare le vetture, ma la rapina fallì e furono costretti a fuggire. Nel corso delle ricerche la polizia recuperò un furgone bianco abbandonato dai rapinatori, che probabilmente si è rivelato prezioso per le indagini, e altre quattro auto abbandonate in zona. Tre (una Lancia Delta, una Volkswagen Passat e una Ford Focus) sulla carreggiata nord e una, un’Alfa Giulietta, sulla carreggiata sud della stessa statale 613.
Stando alle indagini, Morelli, Padalino (i presunti capi e promotori), Ricci e i due L’Abbate sono indagati di associazione per delinquere per aver fornito la logistica ai gruppi criminali della provincia di Foggia dediti alle rapine a mano armata su strada, anche attraverso le ditte Labbatransport Srls e Rp Labbate Srls. Gli stessi, assieme ad Arnese e alla Piazzola, sono anche indagati per il reato di concorso in tentata rapina pluriaggravata per l’assalto al portavalori Cosmopol.
Dopo aver cosparso di chiodi a quattro punte la sede stradale, due sodali si allontanarono verso Brindisi, mentre altri due membri del commando, a bordo di un’Alfa Romeo Giulietta, sulla carreggiata opposta, in direzione Lecce, provvidero a disseminare chiodi per fermare il transito dei veicoli anche in quel tratto. Altri due banditi ancora, su una Volkswagen Passat nera, portarono sul luogo, invece, tutti gli attrezzi per praticare un taglio nelle lamiere del furgone, dopo averlo sollevato con un martinetto idraulico.
L’azione più delicata fu messa a segno da altri quattro banditi, a bordo di una Lancia Delta: si posero sul retro del portavalori contro cui esplosero almeno venti colpi di kalashnikov e fucili a canna liscia, centrando anche la ruota anteriore sinistra del blindato, e poi tagliando la strada al mezzo della Cosmopol ponendosi di traverso con la loro auto davanti al furgone. I banditi, poi, scesero sparando altri colpi, nel frattempo raggiunti dalla Passat con le attrezzature per il taglio.
Il commando voleva mettere le mani sul mezzo milione di euro trasportato dalle guardie giurate. Qui però si verificò un imprevisto. Il blindato portavalori aveva arrestato la marcia proprio a contatto con il lato sinistro dello spartitraffico. E risultò impossibile il sollevamento con il martinetto, per praticare il taglio sulla parte del blindato corrispondente alla cassaforte. A quel punto, la banda dovette abbandonare il campo, lasciando nella zona i veicoli usati per la prima parte della rapina. A portarla via dalla scena, un camion guidato da uno degli indagati. A bordo, stando alle indagini, anche Raffaele L’Abbate. Il mezzo, grazie a una botola nel pianale dotato di doppio fondo, recuperò il commando armato con attrezzature e fucili, per poi allontanarsi verso la Puglia settentrionale. Le indagini, in tutto ciò, non sono terminate. Gli investigatori, infatti, ritengono che siano coinvolti nella vicenda una decina circa di altri soggetti.