Cominciano a pervenire i primi risultati della sperimentazione con ossigeno-ozonoterapia come coadiuvante per la cura del Covid-19, avviata al Policlinico Riuniti di Foggia, primo tra gli ospedali in Puglia.
Presso la Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione Universitaria, diretta da Gilda Cinnella, sono stati trattati fino a questo momento 7 pazienti. Di questi 7 pazienti, 4 sono migliorati e sono stati trasferiti nei reparti di Malattie Infettive e di Pneumologia.
Tutti i pazienti sono ricoverati con diagnosi di insufficienza respiratoria da Covid-19 con severità moderata, trattati con supporto ventilatorio di tipo non invasivo e, quindi, sono svegli e coscienti.
I pazienti, 3 maschi e tre femmine, hanno ricevuto un minimo di 3 trattamenti fino ad un massimo di 7, non hanno presentato particolari problemi durante e dopo la procedura e hanno mantenuto una stabilità dei parametri vitali.
I pazienti hanno mostrato un miglioramento dei livelli di ossigenazione ed un più lento e parziale miglioramento degli indici di laboratorio sullo stato infiammatorio dell’organismo.
Durante tutta la durata della procedura, è stato mantenuto costantemente un contatto verbale con i pazienti per verificare l’eventuale comparsa di effetti collaterali che non si sono verificati.
Un effetto particolare dell’ozonoterapia è quello di trasmettere un senso di energia ai pazienti che dura per alcune ore dopo la procedura e che rende il trattamento nei pazienti svegli abbastanza gradito.
“Siamo cautamente ottimisti, ma i dati raccolti fino a questo momento ci portano a credere che l’ossigeno-ozono terapia rappresenti un importante approccio alle cure per i pazienti affetti dal Covid-19 – dichiara il Direttore Generale del Policlinico Riuniti, Vitangelo Dattoli –. Il protocollo terapeutico attivato al Policlinico Riuniti per l’emergenza Covid-19 potrà, inoltre, essere applicato successivamente anche per la cura della insufficienze respiratorie che non siano Covid correlate”.
L’ossigeno-ozono terapia consiste nell’uso di una miscela di ossigeno e ozono per stimolare e aumentare i meccanismi di protezione nei confronti della produzione di radicali liberi e di sostanze tossiche per le cellule. La terapia ha un potente potere anti-infiammatorio che si esplica attraverso la liberazione di citochine dotate di attività immunostimolanti o immunodeprimenti. Attraverso l’azione antiinfiammatoria, antiedemigena ed immunomodulante dell’ozono somministrato per via sistemica (autoemotrasfusione-AHT), si prevede di poter migliorare la performance polmonare in termini di scambi gassosi, miglioramento dell’ossigenazione e riduzione dell’infiammazione.
“La polmonite da CoViD 19 ha un comportamento del tutto peculiare, diverso dalle polmoniti a cui siamo abituati, per cui la ricerca di nuovi trattamenti che possano dimostrare efficacia clinica rappresenta un dato di particolare importanza. Abbiamo subito voluto adottare l’ozono terapia come opzione terapeutica. I dati raccolti fino a questo momento sembrano essere promettenti. L’impressione di noi Rianimatori è che l’ozonoterapia inquadrato in un pacchetto di trattamenti, le cosiddette “bundles”, possa aumentare la possibilità di guarigione” – ha dichiarato la Responsabile della sperimentazione clinica con ossigeno-ozonoterapia, Lucia Mirabella.
“Si ipotizza che l’azione virustatica dell’ozono, utilizzato per via topica, orale, nasale ed oculare, possa permettere la riduzione della carica virale così da spegnere il focolaio nelle infezione da Covid19 con miglioramento dell’ossigenazione e della funzionalità polmonare”- conclude la Cinnella.
Con Cinnella e Mirabella, partecipano alla conduzione della sperimentazione clinica Leonardo Consoletti, esperto diplomato in somministrazione di Ossigeno-Ozono e Docente a contratto nel corso annuale di Ossigeno-Ozono Terapia Medica presso l’Università di Siena, Nicoletta Di Francesco, Karim Mariano, Roberta Caporusso, Francesco Barberio e Paolo Vetuschi.