“Il nostro R0 per il coronavirus è 0,75, sotto la media nazionale che è dello 0,80”. La notizia è arrivata ieri dal vicepresidente lombardo Fabrizio Sala. La considerazione ha fatto ripartire la discussione sull’indice di contagio, su quel R0 di cui ha parlato più volte il premier Giuseppe Conte.
Il Corriere ha analizzato i dati delle regioni, sulla base delle stime dell’Istituto superiore di sanità. “È più corretto parlare di Rt”, fanno sapere da Viale Regina Elena. Sì perché l’R0 era più utile ad inizio epidemia, quando il numero medio dei casi era inferiore. Mentre l’Rt è l’erre con zero’ misurato nel tempo. Quando l’indice scende sotto l’uno, vuol dire che il contagio diminuisce.
Secondo i dati della Lombardia, l’Rt della regione è 0,75. Per gli ultimi dati dell’Iss, del 27 aprile, è però a 0,53. Perché questa difformità? “I dati sono uguali — spiega Sala al Corriere — la differenza dipende dagli algoritmi usati. I nostri numeri sono frutto dell’elaborazione di nostri ricercatori e fanno una media degli ultimi tre giorni. Ma la sostanza non cambia. E cioè che i lombardi stanno reggendo bene. Ci sono quattro milioni di cittadini al lavoro. Solo il 60 per cento è però in movimento, segno che lo smart working sta incidendo positivamente”.
Per scienziati e governo la soglia massima di Rt per concedere ai cittadini di spostarsi tra le regioni è lo 0,2. Guardando i dati Iss non siamo vicinissimi, ma neanche lontani. L’unica regione che sta sotto è l’Umbria, 0,19. Segue la Basilicata con lo 0,35 e Trento con 0,42. Ma il dato positivo è che, compresi Molise (0,84) e Puglia (0,78), sono tutte sotto la soglia.