“Stiamo cercando di organizzare l’attività investigativa attraverso dei pool sia in magistratura che in polizia giudiziaria”. Lo ha detto il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro commentando l’operazione anticaporalato “White Labour” messa a segno stamattina da procura e carabinieri.
“Sono emerse condizioni di sfruttamento degradanti – ha detto Vaccaro -. I lavoratori venivano reclutati in ghetti della provincia. Imprenditori e caporali facevano leva sullo stato di bisogno delle persone”. Le vittime era del tutto sottopagate, dai 3 ai 6 euro all’ora per 12 ore di lavoro al giorno senza soste. “Condizioni inaccettabili”, ha aggiunto il procuratore. “Così gli imprenditori onesti rischiano di essere messi fuori dal mercato”.
Per tutti questi motivi, Vaccaro ha promesso grande attenzione da parte degli inquirenti (esiste una task force ad hoc) verso il fenomeno, soprattutto in vista della stagione estiva. “Occorrono luoghi dignitosi per questi lavoratori e sistemi che permettano l’incontro tra domanda e offerta di manodopera”.
“White Labour” ha colpito aziende operanti nel campo dell’ortofrutta con fatturati milionari, una a Foggia, in via Manfredonia, gestita dai fratelli Giordano, già beccati a giugno 2019 ed oggi finiti in carcere in quanto recidivi. I reati: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Fatturato rilevante anche per l’altra azienda interessata, operante a San Giovanni Rotondo dove i carabinieri hanno scoperto un vero e proprio “mini ghetto” nei terreni della ditta “Bisceglia Battista”. Imprenditori e caporali sfruttavano anche lavoratori clandestini, irregolari sul territorio e reclutati nei campi della provincia.
Provenienza delle persone sfruttate? Nuova Guinea, Gambia, Senegal, India. Ora le ditte saranno guidate da amministratori che dovranno curarne l’attività lecita e assumere i lavoratori sfruttati. Parte il controllo giudiziario.
Nomi e capi d’accusa
Arrestati Battista Bisceglia, 45enne imprenditore di San Giovanni Rotondo e Ali Ceesay del Gambia, 26 anni. Manette ai polsi anche per Domenico Giordano, 51 anni e suo fratello Aldo, 49 anni, nati rispettivamente a Torremaggiore e San Severo ma residenti a Foggia e titolari dell’azienda omonima. I due Giordano, come detto, recidivi, già sorpresi dai carabinieri nel giugno del 2019 per gli stessi reati. Almeno 41 i lavoratori sfruttati nell’azienda foggiana, quasi tutti clandestini, con la complicità di alcuni intermediari stranieri.
Sul Gargano, invece, Ceesay “reclutava manodopera per le attività d’impresa riconducibili a Bisceglia – si legge nei capi d’accusa – e, quale detentore dell’intero capitale sociale della ‘Agricola Santa Rita srl’ con sede legale a San Giovanni Rotondo contrada Candelaro di cui Bisceglia risulta essere amministratore unico, in concorso con quest’ultimo, assumeva, impiegava o utilizzava manodopera in condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno”.
Bisceglia, inoltre, quale “titolare dell’azienda omonima e socio della società agricola ‘I sapori del Gargano srl’ con sede sempre a San Giovanni Rotondo, in concorso con Ceesay ed altre persone rimaste ignote, assumeva, impiegava o utilizzava manodopera in condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno”.
Bordo (Camera): “Pene molto severe per i colpevoli”
“Un grande grazie ai magistrati della procura di Foggia e alle forze dell’ordine per l’operazione anticaporalato di oggi in Capitanata. Il quadro emerso dalle indagini è agghiacciante. Nelle strutture utilizzate dai lavoratori mancava ogni minima condizione igienica: cucine sporchissime, bagni indecenti, stanze da letto adatte più per le bestie che per gli essere umani. E i braccianti che erano costretti a pagare addirittura fino a 50 euro per questi tuguri. È davvero una vergogna che si debba assistere ancora a fenomeni di questo genere e che alcuni possano arrivare a calpestare fino a questo punto la dignità delle persone. Quanto emerso da questa operazione dimostra comunque, ancora una volta, quanto giusta sia stata la nostra scelta nella scorsa legislatura di approvare una legge contro il caporalato, che prevede pene molto severe per i colpevoli”. Lo dichiara il vice capogruppo democratico alla Camera, Michele Bordo.