C’è attesa domani per la commissione prezzi della Camera di Commercio di Foggia che sancirà il nuovo prezzo del grano, oggi in forte rialzo a ben 30,5 euro. Secondo le stime con la Russia che ha deciso di trattenere per uso interno parte della produzione, i prezzi potrebbero ancora lievitare. Del resto proprio pasta e farina sono in cima ai desideri nel paniere dei consumatori in quarantena. I mulini, si sa, sono in forte difficoltà.
Dopo un inverno molto siccitoso, che aveva fatto allarmare molti agricoltori, le piogge di marzo e aprile hanno dato vigore alle spighe che sono in fase di riempimento. Se le temperature non dovessero salire troppo in questa fase primaverile e se il tempo dovesse regalare ancora qualche pioggia, quella 2020 per i cereali potrebbe rivelarsi, inaspettatamente, un’ottima annata. Con un prezzo mai visto negli ultimi 5 anni caratterizzati da lotte sindacali e da speculazioni con le navi estere nei porti pugliesi piene di grano trattato.
Secondo molti agricoltori, questa è l’occasione per cambiare registro e per convertire tutte le produzioni in bio e varietà tradizionali e pregiate, a cominciare dal Senatore Cappelli.
“Se non convertiamo tutto in Bio la natura non ci lascerà scampo”, osserva il docente e agronomo Roberto Carchia collaboratore del senatore Saverio De Bonis di GranoSalus.
Forti le speranze da Coldiretti. Il dirigente giovani Guido Cusmai è netto a l’Immediato: “Per noi è fondamentale rafforzare la filiera dal grano alla pasta 100% Made in Italy puntando su produzioni di qualità e favorendo nuovi sbocchi di mercato. Importanti e strategici per le aziende agricole sono diventati i contratti di filiera che garantiscono reddito e investimenti a medio lungo termine. L’obiettivo è sostenere le aggregazioni e organizzazioni economiche dei produttori di grano duro, migliorare e valorizzare la qualità, favorire gli investimenti destinati alla tracciabilità e certificazioni della qualità. Il grano, quindi la pasta, è il prodotto simbolo del made in Italy e bisogna metterlo al riparo da indicazioni che possano fuorviare le scelte dei consumatori. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta è entrato in vigore il 13 febbraio 2018 sotto la spinta delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti”.