“Mi metto nei panni di chi abita vicino alle nostre strutture e mi chiedo perché questa gente debba vivere col timore di qualcosa che non sappiamo più decifrare. Non ci sono parole appropriate. Chiudere? Non esiste proprio. Qui stiamo parlando di una struttura che gestisce la fragilità di esseri umani, persone. Se chiudiamo avremmo fallito tutti”.
Queste le parole di Luca Vigilante, amministratore de “Il Sorriso di Stefano” di Foggia, centro per anziani colpito ancora una volta da una bomba. L’esplosione intorno alle 14 e 45 in via Acquaviva, un boato terribile udito in varie parti della città. Scene già viste a inizio 2020.
Vigilante vive già sotto scorta: “Ma ormai – dice – si è perso anche il significato della paura. Si va avanti e basta. Dopo lo scoppio ci siamo subito attivati per capire quale fosse la nostra struttura colpita”, ha aggiunto con profondo rammarico. “In tutte le cronache non ricordo cose del genere in altri stati civili”, ha concluso.