Venerdì 21 febbraio, alle ore 15.00, lo scrittore e giornalista siciliano Claudio Fava – figlio di Pippo, intellettuale ucciso da Cosa Nostra nel 1984, nonché sceneggiatore del film “I cento passi” – incontrerà i detenuti della Casa Circondariale di Foggia per presentare il suo romanzo dal titolo “Il giuramento” (Add editore, 2019).
Il libro ripercorre il travaglio interiore di un uomo la cui coscienza fu duramente messa alla prova. Protagonista è, infatti, il professore Mario Carrara, uno dei dodici docenti che si rifiutarono di prestare giuramento al Duce. È un libro che tratta un periodo storico ben preciso, ma tragicamente attuale nei contenuti, nello spirito e nelle forme.
Nel corso del pomeriggio, organizzato in Via delle Casermette da LQS con il supporto del CSV Foggia, è in programma anche l’esibizione della band studentesca “Le Pulsazioni” dell’Istituto Superiore “Pietro Giannone” di San Marco in Lamis. I giovanissimi musicisti, accompagnati dai loro docenti, eseguiranno alcuni brani tra cui la canzone ufficiale del Premio, “Leggo QuINDI Sono”, scritta da Angelo Gualano e prodotta da “Beatitudo musicLab”.
L’evento rientra tra i progetti realizzati dalle organizzazioni del Terzo Settore negli istituti Penitenziari di Capitanata grazie all’Avviso “Promozione del Volontariato in Carcere” del CSV Foggia, pubblicato annualmente con il sostegno della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.
Proprio per gli aspiranti volontari in ambito penitenziario, il CSV Foggia, nei giorni scorsi, ha pubblicato il volume “Volontariato in Carcere. Una rete per l’inclusione”. La pubblicazione, curata dalla responsabile dell’area comunicazione e promozione del volontariato penitenziario, Annalisa Graziano, affronta vari temi, tra cui la funzione rieducativa della pena e il ruolo dei volontari; l’organizzazione in carcere; la carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati; donne e carcere; gli Uffici di esecuzione penale esterna. L’introduzione è a cura del Presidente del CSV Foggia, Pasquale Marchese.
“Il volontariato può svolgere un ruolo determinante nel percorso di reinserimento sociale di coloro che, per varie motivazioni, hanno perso la libertà personale. L’associazionismo – sottolinea Marchese – contribuisce a costruire un ponte tra dentro e fuori e opera per il riconoscimento della dignità personale di ogni detenuto, grazie ai suoi principi fondanti di gratuità e accoglienza. Il valore pedagogico è intrinseco già nel modello fornito: il volontario dona il suo tempo e questo comportamento può innescare nel detenuto la voglia di recuperare. Il volontariato è essenziale anche nell’esecuzione penale esterna, per costituire una rete che consenta la ‘presa in carico’ del condannato e che possa offrire un sostegno concreto al suo reinserimento in collaborazione con gli enti territoriali”.