Pretendevano che la vittima pagasse le spese legali di Rocco Moretti junior (foto sopra), per questo gli uomini del clan avrebbero chiesto 5mila euro ad un commerciante foggiano già taglieggiato un anno fa e destinatario di una bomba alla sua attività. La vittima, sentita dalla polizia, ha denunciato gli aguzzini.
Spuntano nuovi dettagli sull’arresto di Marco Salvatore Consalvo, 44 anni, Leonardo Ciavarella, 25 anni e Pasquale Nardella, 21 anni, tutti e tre beccati dalla squadra mobile per tentate estorsioni. Consalvo ed un rumeno, tuttora ricercato, avrebbero minacciato un imprenditore edile: “Prepara 100mila euro in settimana, sennò vedi che ti succede”; Ciavarella e Nardella avrebbero invece ricattato il commerciante, chiamato a versare 5mila euro “per risolvere la questione di Rocco Moretti”. Quest’ultimo, figlio di Pasquale e nipote di Rocco senior, capi del clan Moretti-Pellegrino-Lanza fu arrestato a febbraio 2019 (operazione Chorus) con l’accusa di essere il mandante della tentata estorsione al commerciante.
A sostenere le indagini, le dichiarazioni fornite dal 37enne Carlo Verderosa, pentito della mafia foggiana, legato al clan Moretti (lo stesso dei tre arrestati). L’uomo, dal 18 dicembre scorso, collabora con gli inquirenti ed è ora sottoposto ad un programma di protezione. Verderosa ha raccontato che temeva di essere ucciso dopo essere stato escluso dall’elenco degli affiliati che ricevono lo stipendio durante periodi di detenzione. Inoltre agli investigatori avrebbe parlato del sistema estorsivo in città, degli stipendi agli affiliati, di come vengono sostenuti i detenuti e le rispettive famiglie e avrebbe indicato chi sono i rivali del clan Moretti. Una serie di informazioni ora al vaglio di magistratura e forze dell’ordine.
Nella recente inchiesta, la squadra mobile ha accertato che Consalvo si sarebbe servito del rumeno per telefonare all’imprenditore edile e chiedere la bellezza di 100mila euro ma la vittima denunciò subito la vicenda; in seguito la polizia ascoltò lo straniero il quale ammise di aver agito per conto di Consalvo: “Pensavo si trattasse di uno scherzo”. Finito sotto intercettazione, il 44enne foggiano avrebbe affermato: “Ha combinato un casino ‘sto cristiano (riferendosi al rumeno, ndr): io dico che sto insieme alla moglie se mi accusa a me di qualcosa e che per gelosia ha fatto ‘sto casino; che devo dire alla polizia, quello viene a testimoniare”. E ancora: “Quello lo hanno schiattato in corpo per il fatto della telefonata, te lo dico io compare”.
Il ruolo di “esattore” di Consalvo per conto del clan Moretti sarebbe stato confermato dal pentito: “È uno di quelli che fanno il giro sempre loro. Di prendere i soldi delle estorsioni”. Poi Verderosa avrebbe aggiunto che Consalvo compariva tra gli stipendiati del clan: “750 euro al mese per i servigi che espletava” ha annotato il gip di Bari, De Benedicts.