Acquisti d’oro all’Asl di Foggia. Arriva la condanna della Corte dei conti ad un maxi risarcimento di 900mila euro per i protagonisti delle vicende. A darne notizia, la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel dettaglio, Nazario Di Stefano, funzionario amministrativo e ritenuto perno della truffa ai danni del Servizio Sanitario nazionale, dovrà risarcire la Asl per 668mila euro, il dirigente degli appalto Savino Inchingolo 79mila euro; 124mila euro sono a carico dell’allora subcommissario della Asl, Raffaele Granatiero, 16mila euro il dirigente Silvano Lamedica. I primi tre erano stati condannati anche in sede penale.
L’inchiesta è quella risalente al 2011 che portò i carabinieri del Nas di Bari a scoprire l’acquisto da parte della Asl di Foggia di 149 “taglia aghi” al costo esorbitante di 3200 euro l’uno. Il danno fu quantificato in 1,5 milioni di euro. Ma l’indagine si allargò anche alle confezioni monouso e ai sistemi informatici di telemedicina comprati a 30mila euro e rivenduti alla Asl a 200mila. Secondo l’accusa – che contestava a vario titolo l’associazione a delinquere finalizzata a falso, truffa e corruzione – si trattava di beni inutili o comunque mai utilizzati, acquistati attestando falsamente l’urgenza ma in realtà in cambio di tangenti o altri regali a funzionari e dirigenti della Asl.