Si lavora senza sosta a caccia della verità sull’omicidio del 30enne Giuseppe Giordano, ammazzato con un colpo di pistola alla nuca in un capannone abbandonato tra le campagne di Ascoli Satriano. Gli investigatori attendono l’esito dell’autopsia per chiarire se l’assassino abbia sparato uno o più proiettili. Sul luogo dell’uccisione non sono stati trovati bossoli e questo lascerebbe pensare che sia stato utilizzato un revolver. Intanto i pm incaricati delle indagini scandagliano nella vita della vittima, operaio manutentore per una ditta che lavora per le Ferrovie dello Stato.
Giordano, celibe, originario di Cerignola e residente ad Ascoli, non era sposato ma dalla sua ex compagna aveva avuto due figlie. Magistratura e carabinieri stanno analizzando le ultime ore di vita del 30enne, sceso di casa intorno alle 9 per recarsi proprio in quel capannone dove avrebbe incontrato una persona a lui conosciuta e della quale, probabilmente, si fidava tanto da offrirgli le spalle per poi essere ucciso a bruciapelo.
Il proiettile estratto dal cranio di Giordano sarà consegnato al Ris per le comparazioni balistiche tese a verificare se la pistola sia stata già usata in altri crimini. Pochi dubbi sull’incendio dell’Alfa 147, forse bruciata dall’assassino per far sparire eventuali tracce. Il rogo avrebbe carbonizzato il cadavere di Giordano, riverso a terra faccia in giù, solo accidentalmente. Nubi sul movente che non sarebbe legato al mondo della criminalità organizzata, ipotesi esclusa dagli inquirenti.