“Ancora violenza nel carcere di Foggia. A farne le spese questa volta è stato un poliziotto”. A denunciarlo è il sindacato Sappe. “Il responsabile di questa ennesima aggressione – afferma il responsabile Federico Pilagatti – che è avvenuta nel carcere di Foggia verso le ore 16 circa di ieri, è un giovane di 27 anni del Mali, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e danneggiamento, appellante con un fine pena dicembre 2019, il quale mentre veniva accompagnato nella propria stanza, senza alcun motivo sferrava un pugno alla tempia del poliziotto facendolo cadere per terra”.
Portato al pronto soccorso dell’ospedale il poliziotto veniva giudicato guaribile in 7 giorni, ma nello stesso tempo veniva sottoposto ad ulteriori accertamenti alla testa.
“Purtroppo questo episodio non fa altro che allungare la catena di aggressioni nei confronti dei poliziotti non solo a Foggia ma in tutta Italia da parte di questi ‘disperati’, che giungono nella nostra nazione solo con uno scopo, quello di delinquere”, commentano.
Il Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, da tempo chiede che “questi detenuti devono essere messi sul primo aereo (o su un barcone) e rispediti nel paese di origine con o senza accordi bilaterali”.
“Ormai la popolazione detenuta straniera supera le 20.000 e si si rispedissero una buona parte di queste persone nei loro paesi di origine, non ci sarebbe bisogno di costruire nuove carceri e sicuramente diminuirebbero gli episodi di violenza nelle carceri italiane – proseguono -. Peraltro la prepotenza, l’arroganza, l’insofferenza di questi detenuti al rispetto delle norme che regolano la vita all’interno delle carceri, diventa sempre più evidente e preoccupante poiché non hanno nulla da perdere, e nonostante ciò non si prendono provvedimenti”.
Proprio per questo il Sappe, con l’aiuto del proprio studio legale, sta approntando delle cause di risarcimento contro l’amministrazione penitenziaria poiché non viene più garantita sicurezza ai poliziotti con conseguenze gravi sulla loro incolumità. “Purtroppo – concludono – i detenuti diventano sempre più violenti per motivi ben precisi tra cui la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria che a Foggia supera almeno le 70 unità. Chiediamo nuovamente che anche ai poliziotti penitenziari, così come alle forze dell’ordine, vengano date in dotazioni gli spray urticanti o i taser (le pistole elettriche) sia come deterrente, sia per potersi difendersi dalle aggressioni che ogni giorno che passa diventano sempre più numerose e violente”.