Intervenendo al convegno tenutosi presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia per la presentazione del Progetto Hydro Risk Lab, il Presidente del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, Eligio Giovan Battista Terrenzio, ha sottolineato la valenza dell’iniziativa che guarda alla individuazione delle perdite di risorse idriche – oggi riferite agli acquedotti rurali, domani anche ed auspicabilmente all’intera rete irrigua – come pure alla realizzazione di un sistema di allerta per eventuali effetti e conseguenze del rischio idraulico.
Il Consorzio, ha aggiunto il Presidente Terrenzio – è chiamato ad utilizzare un efficace strumento operativo, a supporto di attività notoriamente di competenza dell’Ente, quali: la gestione del territorio; il monitoraggio ambientale, finalizzato principalmente al rilevamento di situazione anomale, non solo climatiche, che in questo caso riguardano anche la qualità delle acque; la mitigazione del rischio idrogeologico e quindi dei danni dovuti ad eventi di dissesto o ad esondazioni nei territori di competenza. Parliamo quindi di sistemi avanzati basati sul ricorso intensivo a nuove tecnologie per la gestione ottimale, da un lato, delle risorse idriche in un territorio a spiccata carenza di precipitazioni e, dall’altro, all’adozione di strumenti di prevenzione per individuare tempestivamente fenomeni di instabilità del suolo.
La partecipazione al progetto di autorevoli partner tecnico-scientifici pubblici e privati, inoltre, consente di declinare in modo autorevole tre aspetti fondamentali delle finalità consortili: assicurare migliori condizioni di permanenza alle attività agrozootecniche, in modo particolare nelle aree più interne del comprensorio; fornire uno strumento di prevenzione alle comunità interessate, in un visione più ampia delle attività di bonifica che guardano al territorio nel suo complesso; rafforzare l’impegno del Consorzio in materia di protezione civile, che è anche ottimizzazione delle risorse idriche, per fronteggiare siccità sempre incombenti e con le quali saremo prima poi destinati a confrontarci nuovamente, senza dimenticare, come già accennato, il tema della qualità delle acque, anch’esso parte integrante del progetto.
“Ecco perché – ha concluso il Presidente Terrenzio – la diffusione e la condivisione delle conoscenze scientifiche nell’ambito di un ampio partenariato che vende tra gli utenti finali anche le organizzazioni professionali agricole, possono offrire soluzioni alle nuove emergenze partendo proprio dal miglior utilizzo delle risorse naturali, suolo e acqua innanzitutto”.