È morta la 79enne Luigia Iafolla, anziana paziente della RSA di Troia “San Raffaele” che era stata ridotta in fin di vita in seguito ad una aggressione a colpi di spranga. I funerali che dovevano svolgersi ad Ordona, paese della vittima, al momento sono stati rimandati in quanto la Procura di Foggia ha disposto l’autopsia. I magistrati vogliono vederci chiaro dopo il decesso dell’anziana, avvenuto a Casa Sollievo. La salma è rimasta a San Giovanni Rotondo dove la donna era ricoverata. Negli ultimi quattro mesi l’anziana ha fatto più volte la spola tra il centro riabilitativo di Rodi Garganico “Madonna della Libera” e Casa Sollievo.
Luigia era stata presa a sprangate da persona al momento ignota. Il figlio, Enzo Di Felice, si era sfogato a l’Immediato fornendo anche le immagini del volto tumefatto di sua mamma. Foto che abbiamo dovuto in parte oscurare, per non urtare la sensibilità dei lettori. La violenza che la donna ha subito è stata bestiale. “Sto vivendo un incubo” – ha detto oggi alla nostra testata. “Mia madre sembrava in ripresa, poi dall’ospedale mi hanno chiamato per informarmi del decesso. Per il funerale sono venuti parenti da Bologna ed era già pronta la banda che mia madre amava molto ma hanno fermato tutto. La salma deve restare a San Giovanni per il momento. E i miei parenti sono persino andati via”.
La famiglia è pronta a dare battaglia con l’aiuto dell’avvocato Stella Serafina. “Questo è solo uno dei casi, a lei è la seconda volta che accade in quanto già a settembre era stata ricoverata al Pronto soccorso con un occhio tumefatto – aveva detto l’uomo -. Si parlava di una caduta dal letto, poi dalla struttura hanno riferito che era stata opera di un utente psicopatico. Noi non possiamo saperlo, procura e carabinieri stanno indagando”.
L’aggressione a colpi di spranga sarebbe avvenuta al terzo piano della RSA dove soggiornano oltre una dozzina di anziani malati di Alzheimer. “Mia madre è una paziente molto problematica, può essere che qualcuno abbia perso la pazienza”, le parole del signor Di Felice.
Ma di certo la battaglia per ottenere giustizia andrà avanti: “Le indagini sono in corso e anche il nostro avvocato ci sta lavorando. Fosse per me farei chiudere quella struttura. Coinvolgerò il Ministero e le trasmissioni TV nazionali per far emergere ancora di più questa vicenda”, aveva detto alla nostra testata.