Avevano proposto un’offerta politica civica tutta sui temi e sull’alternativa a Franco Landella, Giuseppe Mainiero e Giuseppe Pertosa. “Fuori tutto!”, lo slogan elettorale del commercialista, ma dal bersaglio errato: a restare fuori dai saldi c’è per ora solo lui, Giuseppe Mainiero, che con il suo risicato 2,9% non entra in consiglio comunale. La sua scelta di non sottoscrivere il patto per le Primarie prima, e poi di correre da solo con “Foggia in testa”, non ha pagato in termini elettorali. Il grande oppositore della Giunta Landella, leader delle opposizioni di ogni colore, tribuno del consiglio comunale, è fuori, nonostante sia diventato in questi anni punto di riferimento di quanti volessero opporsi al sindaco e ai suoi assessori. In rete non mancano le ironie, a sottolineare quello che viene considerato ex post un suicidio politico.
“Non bisogna essere rancorosi verso una Città che amiamo. Certo poco più di 2300 voti sono un po’ pochini, abbiamo superato il 3% ma la lista no, ed è la regola. A voi va il mio ringraziamento, 2300 donne ed uomini che hanno creduto in un’idea e non in un interesse. A voi va il mio grazie, non dimesso! Nessun rimorso, nessun rimpianto. Rifarei tutto uguale, perché il fresco profumo della libertà io lo preferirò sempre al puzzo del compromesso e della contiguità”, ha scritto sui social, citando la nota frase di Paolo Borsellino, il più citato e saccheggiato dalla campagna elettorale, se si considera che anche Pippo Cavaliere ha chiuso ogni suo discorso con la “rivoluzione della matita e della cabina elettorale”.
Proprio l’ingegnere potrebbe ripescarlo con un apparentamento tecnico. Mainiero infatti potrebbe ritornare tra i banchi del consiglio comunale solo con un apparentamento, che lo farebbe slittare in aula, facendo perdere però un eletto al centrosinistra extralarge. Presumibilmente Cavaliere con questo accordo dovrebbe sacrificare la giovane Alice Amatore del Pd, che lascerebbe il posto al professionista. Sempre che Cavaliere vinca, naturalmente.
È escluso sia che Franco Landella possa chiamare Mainiero sia soprattutto che lui possa accettare un’alleanza al secondo turno col centrodestra. Dall’altro lato Cavaliere non ha mai fatto mistero di voler dialogare con tutte le altre coalizioni e potrebbe esser pronto ad un patto o a concedere una postazione di sottogoverno all’ex meloniano.