I trasformisti della politica foggiana, tutti i cambi di casacca e le porte girevoli di chi sogna un posto in Comune

Senza dubbio è la grande coalizione dell’ingegner Pippo Cavaliere ad aver accolto il maggior numero di naufraghi, delusi dalle politiche di Franco Landella, ma anche nel centrodestra non manca il trasformismo

Dal centrodestra al centrosinistra e viceversa, andata e ritorno o solo andata. Sono innumerevoli i cambi di casacca di queste amministrative foggiane. Senza dubbio è la grande coalizione dell’ingegner Pippo Cavaliere ad aver accolto il maggior numero di naufraghi, delusi dalle politiche di Franco Landella. Le anime belle hanno una giustificazione semplice per quello che molti bollano come mero trasformismo. “Si tratta di una coalizione di salute pubblica, chi è contro Landella non può che scegliere Pippo Cavaliere”, è il commento di alcuni uomini di sinistra, a cominciare dal professor Marco Barbieri.

Il numero uno dei delusi è l’ex senatore Lucio Tarquinio, il più festante nella notte del ballottaggio 2014 dopo la vittoria di Franco Landella in centro, divenuto poi suo acerrimo nemico dopo la defenestrazione dell’allora assessore al Bilancio Mimmo Verile, per motivazioni ufficiali risibili, legate ad alcuni abbonamenti Ataf. Oggi il decano del consiglio comunale, ex sindaco e grande atleta della pallacanestro, è tra le punte di diamante di Foggia Popolare, la lista ispirata dai cassaniani di Rino de Martino. Con lui alcuni figliocci tarquiniani di sempre, a cominciare dall’avvocato Paolo Mongiello, ex capogruppo Pdl nell’amministrazione provinciale del notaio Antonio Pepe, con un intermezzo civico e ora approdato alla corte di Massimo Cassano.

Era rimasto sempre al suo posto, ma aveva dato una grossa mano per salvare l’amministrazione, Sergio Clemente, che dopo un anno passato con Landella, è tornato nel centrosinistra e si sa con quali esiti per il nominato ingegnere Stefano Torraco alla guida di Ataf. Anche lui è candidato in Puglia Popolare, la lista centrista che mira a superare il Pd, puntando al 13% e che sente di avere 7mila voti sicuri già in tasca.

Sempre nella stessa lista “destrorsa” è stata accolta anche Lucia Lambresa. Lei nel centrosinistra c’era già stata con Gianni Mongelli, in quella primavera dei veleni e dei tradimenti nei confronti di Enrico Santaniello del 2009. Due anni e mezzo da vicesindaco con Mongelli e poi l’addio dopo l’arrivo di Amiu nel salvataggio Amica, per lei che sognava una NewCo.

In Amiu, addirittura nel CdA, ce l’aveva portata poi Franco Landella, al quale aveva consegnato il suo risultato, assai lontano dal 18% del 2009, da candidata sindaco. Dopo due tornate da protagonista, quindi, oggi Lambresa è candidata per la prima volta da consigliera semplice, al fianco di Pippo Cavaliere.

Sono guardati con sospetto anche alcuni socialisti, che sono stati determinanti nella somma dei 300 voti necessari per la vittoria di Franco Landella contro Augusto Marasco. Ci sono volute una buona dose di mediazione e tutta la flemma diplomatica di Pippo Cavaliere per tenere insieme nella stessa lista Giulio Scapato, Pino Lonigro e Mino Di Chiara. Leo De Santis ha dovuto accontentarsi della lista Foggia Civica.

Dall’altra parte, Franco Landella ha almeno tre uomini forti approdati nel centrodestra, reduci dalle delusioni della sconfitta di Augusto Marasco di 5 anni fa. Il primo è Massimiliano Di Fonso, che ha una sola regola ferrea di vita in politica: stare dalla parte opposta rispetto a Lucio Tarquinio, come confida agli amici. Di Fonso è uno dei big, insieme a Paolino La Torre, Silvano Contini, Raimondo Ursitti, Salvatore De Martino, Alfo Fiore e Antonio Vigiano, della Lega, una lista in cui le donne sono tutt’altro che ancelle, se si considerano le candidature di Roberta Apicella, Alessandra Saponaro, Clelia Agnelli, dell’avvocato Maria Morelli che ha aiutato gli sfrattati e della signora indiscussa della mozzarella, Iadarola.

Il secondo uomo strappato al centrosinistra è ormai Leo Iaccarino e con lui tutto il suo ex partito, l’Udc ceriano. Il terzo è il vocalist Micky Sepalone tornato in Forza Italia, il quale ha ammesso che la parentesi civica con Leo Di Gioia (un habitué nei cambi di casacca) è stata una vicenda “pessima”. Senza dimenticare Rosario Cusmai, approdato di recente nei “pizzarottiani” di Italia in Comune dopo un lungo peregrinare da destra a sinistra.

Tutti o quasi neofiti della politica per gli altri candidati sindaci. Con Giuseppe Mainiero ci sono tanti amici di sempre, da Ivan Russo all’ex amministratrice Jenny Moffa. Con Giuseppe Pertosa, che si presenterà questa sera insieme alla sua squadra, ci sono amici, professionisti e persone pescate nella società civile. Stessa cosa per il MoVimento 5 Stelle di Giovanni Quarato, che ha affiancato ad alcuni attivisti della primissima ora come Fabrizio Baia e Marco Papicchio uomini e donne delle professioni e del mondo della scuola.