L’inconcludenza della politica locale dietro al caso della galleria Monte Saraceno che collega il Gargano al resto della provincia di Foggia. Pochi mesi fa, in seguito alla riapertura, dopo alcuni interventi dell’ANAS che provocarono disagi e proteste, il consigliere regionale Giandiego Gatta (in alto a sinistra) si fregiò del risultato. Lo stesso fece il leader dell’azione di protesta dei cittadini, Michele Bisceglia (a destra nel riquadro), marito della titolare della più importante gelateria di Mattinata e conosciuto alle cronache politiche come stretto collaboratore dell’ex sindaco Lucio Roberto Prencipe del PD.
Dopo essersi incensati via social, con complimenti reciproci e mielosi, tuttora non lesinando di mostrarsi nelle TV locali per rilasciare interviste piuttosto che scegliere la via più adeguata del silenzio, ecco la tegola: ANAS ha disposto nuovi interventi a partire dal prossimo 6 maggio (in orario notturno, dalle 19 alle 6), “per l’esigenza di effettuare, in assenza di traffico – si legge nella nota diramata dalla società -, sia alcune attività tecniche sull’impianto radio di galleria, sia prove funzionali sulle attrezzature tecnologiche installate nei mesi scorsi”.
Lo stesso Gatta, dopo aver cantato vittoria, forse troppo presto, ora è allibito e ha parlato di “presa in giro insopportabile”, evidenziando che “per giorni e giorni il cantiere non ha lavorato affatto e quando ha lavorato c’erano due o tre operai”. Ci si chiede come mai non abbia subito denunciato la questione.
Oggi, ciò che resta è l’ennesima beffa per il territorio e anche per tutti coloro della società civile che avevano protestato animatamente. Con le ossa rotta anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle locale e regionale. Il loro essersi prodigati non ha portato alcun risultato.
Chi deve prendere atto di questo stato di cose e chi deve pagare per tali errori? Solo e comunque i cittadini inermi o gli operatori economici, ma altri non di certo: non sono pervenuti nè ruoli ne nominativi cui addebitare questa disfatta.
Ormai sono in troppi a non voler più assistere a inutili e vecchi siparietti pregni di ipocrisia e densi di falsità, e poi rivotare una inconcludente classe politica che ormai ha dimostrato abbondantemente la propria inettitudine.