Insulti e minacce a l’Immediato, scaturiti in seguito ad alcuni articoli sulla mafia garganica. Sulla questione è intervenuta, attraverso un comunicato stampa inviato alla nostra testata, Grazia Manna, attivista del MeetUp Troia 5 Stelle. Riportiamo integralmente la sua nota.
“Gli attacchi a testa bassa contro l’Immediato, uno dei pochi quotidiani online indipendenti ed ancora in circolazione, in provincia di Foggia, pone a tutti i cittadini della provincia, liberi ed amanti della libertà di stampa e d’informazione, una serie di domande.
Innanzitutto l’avvocato Raul Pellegrini per difendere il buon nome e la reputazione del suo cliente (Michele Antonio Romito di Mattinata), più che invitare e diffidare l’Immediato a porre fine agli articoli sul suo assistito con espresso avvertimento che in mancanza Michele Antonio Romito avrebbe richiesto il ristoro dei danni all’Autorità Giudiziaria, avrebbe potuto utilizzare il più efficace istituto del diritto di replica previsto dall’art. 8 della legge sulla stampa 47/1948 che recita “il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare inserire gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”.
I commenti di due carabinieri, Antonio Ferrantino e Michele Ciuffreda, sul noto social network Facebook, sul negazionismo della mafia del Gargano, in merito agli articoli apparsi su l’Immediato, con attacchi scomposti ed assurdi contro i giornalisti bollati come “Mafiosi” o di “Merda” chiamano in causa tutti i cittadini liberi di Capitanata, Puglia ed Italia che non possono permettersi il lusso di lasciare soli giornalisti coraggiosi e dalla schiena dritta che con il loro lavoro, non sempre adeguatamente retribuito, fanno onore a tutti noi e soprattutto alla libertà d’informazione costituzionalmente tutelata.
L’istituto delle cause civili, di risarcimento danni e del negazionismo di un fenomeno storico come la mafia del Gargano riportato in sentenze passate in giudicato e nelle tante relazioni della DIA di Bari, può dare l’impressione di un uso improprio o più precisamente di uno strumento per tacitare il dissenso ed ostacolare il lavoro di informazione e documentazione, specie se intrapreso dal basso e non con grossi capitali a disposizione.
Ricordo che 40 volte su 100 le querele e la richiesta di danni sono pretestuosi, cioè temerari secondo l’osservatorio per l’informazione, per cui sono consapevole della tendenza in voga di utilizzare lo strumento della richiesta danni come mezzo di censura e di condizionamento per zittire i GIORNALISTI O UN GIORNALE SCOMODO COME L’IMMEDIATO, col possibile risultato di voler costringere chi dirige i giornali e soprattutto editori o proprietà deboli, a chiedere ai propri giornalisti di limitare inchieste e approfondimenti su fatti controversi e scottanti concernenti la mafia del Gargano, gruppi finanziari, inquinatori che hanno trasformato la nostra Capitanata in pattumiera dei Casalesi con l’interramento o lo scarico di un milione di tonnellate, grazie a comportamenti pilateschi di una intera classe politica ed amministrativa.
Senza un giornalismo d’inchiesta l’opinione pubblica non sarebbe stata informata circa le inchieste sulla quarta mafia, su politici corrotti, su furti quotidiani nelle campagne e nelle città, sui ventimila euro consegnati al Sindaco Metta di Cerignola in una scatola di biscotti da Rocco Bonassisa già condannato in primo grado e sulle infiltrazioni mafiose in alcuni Comuni di Capitanata tra i quali Mattinata, su partiti che non hanno il coraggio (come prescritto dal codice etico) di non candidare alla carica di Sindaco iscritti sotto processo per tentata induzione indebita, violenza privata ed abuso di ufficio e dulcis in fundo sulle bombe e sui tanti omicidi che non fanno certo una buona pubblicità alla nostra Provincia.
Poiché politici ed imprenditori indegni, delinquenti ed inquinatori non ci fanno mancare nulla, la nostra Provincia ha bisogno di una stampa libera e di inchiesta, di Giudici che devono dedicarsi a tempo pieno a garantire Giustizia e a non essere distratti da richieste di danni e di negazionismo del fenomeno mafioso.
Secondo l’osservatorio “in Italia non se ne parla ma all’estero si parla molto di ‘caso italiano’, ci sono troppi giornalisti minacciati e intimiditi, non solo dalla mafia ed anche troppi giornalisti trascinati in tribunale per citazioni pretestuose e infondate. Dal 2008 l’Italia sarebbe – unico paese dell’Unione Europea – entrato a far parte del novero delle nazioni di serie B in cui l’informazione giornalistica è solo ‘parzialmente’ libera. Eppure questa condizione segnala uno spread di democrazia non meno rilevante per la nostra società e per la nostra economia di quello che riguarda i titoli del debito pubblico, che, giustamente suscita allarme, apprensione, interventi di emergenza”.
“È triste vedere tanta rassegnazione rispetto a questa condizione negativa e non è privo di conseguenze. Quando l’informazione è ‘parzialmente libera’ si determina un clima diffuso di intimidazione, accade che molti giornalisti siano sottoposti ad abusi, intimidazioni e minacce e per tirare avanti debbano oscurare notizie di rilevante interesse generale. Perciò, in definitiva, a risentirne è la nostra democrazia e la libertà di noi tutti”.
Questo renderà più ricca l’informazione e più sereno il lavoro dei giornalisti di fronte alle richieste strumentali di danni, che oggi creano situazioni drammatiche anche per chi è convinto in piena coscienza e può dimostrare, con atti alla mano, di avere scritto solo ed esclusivamente in base ai limiti di verità, continenza e pertinenza.
Ecco perché oggi più che mai sono, senza se e senza ma, dalla parte dei giornalisti de L’IMMEDIATO e MOI AUSSI, JE SUIS L’IMMEDIATO; augurandomi di essere in compagnia di tanti cittadini di Capitanata.
Un abbraccio e piena solidarietà da chi non abbassa mai la testa”.
GRAZIA MANNA