È il grande giorno del ventennale della morte di Pinuccio Tatarella. Quest’oggi la Fondazione Tatarella terrà un momento di riflessione sul politico pugliese alla Camera. La Fondazione An, partito da lui fondato, e la Fondazione Tatarella, fortemente voluta dal fratello Salvatore, hanno promosso oggi alle ore 11.00, alla Sala della Lupa della Camera dei Deputati un convengo con alcuni dei protagonisti di quella stagione politica come Gianni Letta, Roberto Maroni, Luciano Violante.
Questa mattina anche il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, leader del centrodestra, ha dedicato un pensiero a Pinuccio, sui social mostrando il libro che aveva presentato anche a Foggia.
“A vent’anni dalla sua prematura scomparsa, un pensiero a Pinuccio Tatarella. Chissà che cosa penserebbe dell’Italia di oggi, le sue capacità di “fare armonia” sarebbero senz’altro utili al Paese. In questo libro in suo onore anche un mio intervento”, ha scritto.
In quel libro hanno analizzato la figura di Tatarella insieme a Salvini in tanti. Galeazzo Bignami, Italo Bocchino, Pietrangelo Buttafuoco, Alessandro Campi, Domenico Crocco, Massimo D’Alema, Marcello De Angelis, Michele Emiliano, Vittorio Feltri, Stefano Folli, Maurizio Gasparri, Francesco Giubilei, Ignazio La Russa, Gianni Letta, Gennaro Malgieri, Roberto Maroni, Giorgia Meloni, Salvatore Merlo, Paolo Messa, Nello Musumeci, Corrado Ocone, Giuseppe Parlato, Antonio Polito, Gaetano Quagliariello, Gianpaolo Rossi, Gennaro Sangiuliano, Vittorio Sgarbi, Antonio Tajani, Fabrizio Tatarella, Adolfo Urso, Giuseppe Valditara, Giuseppe Valentino, Marcello Veneziani, Francesco Verderami, Luciano Violante.
“Di Tatarella è sempre stata sottolineata la lungimiranza, la capacità di andare oltre gli schemi, dialogando anche con le parti avversarie.
Pinuccio Tatarella era un uomo semplice e semplici erano i valori e le abitudini che ha conservato anche durante le più alte cariche istituzionali: giocava a carte a Bari vecchia con amici e passanti, girava senza scorta anche dopo un attentato fallito di stampo mafioso che gli aveva indirizzato una bomba, preferiva il contatto diretto con la sua gente, a prescindere dalle ideologie. Per questo è difficile immaginarlo oggi, nell’era dei social network, mentre digita un post; fedele com’era alla sua macchina da scrivere dalla quale sono nati giornali e riviste per mano sua per divulgare cultura e politica. Una passione, quella del giornalismo, ma anche uno strumento in cui credeva molto per formare le nuove generazioni.
Ma è stato proprio quel suo modo di fare, sempre spontaneo, imprevedibile e a volte irriverente, a fare di Pinuccio un uomo “social” prima ancora che i nuovi mezzi di comunicazione e diffusione della politica sostituissero il modo di interpretarla. In questa giornata particolare, in cui si rinnova il ricordo da parte delle Istituzioni e del mondo politico in generale, il dolore dei parenti e degli amici, è giusto chiarire alcuni aspetti. Pinuccio Tatarella appartiene a tutti”, ha scritto suo nipote Fabrizio Tatarella, in un articolo su Fondazione Futuro.