Si accende lo scontro tra Landella e Miranda, attuale sindaco favorito ma la Lega crede nel colpaccio

Dai bar agli incontri ufficiali, s’infiamma la corsa verso le Primarie del centrodestra. Il segretario regionale dei leghisti, Andrea Caroppo si gioca tutto a Bari e Foggia

Ampie strategie per le Primarie del centrodestra del prossimo 24 febbraio a Foggia. Si riunirà domani il tavolo decisivo nella sede dei centristi di Noi con l’Italia di Franco Di Giuseppe, in Via Salomone alle 17.30, dove dovrebbero presentarsi anche gli esponenti dell’ultradestra de l’Altra Italia, desiderosi di partecipare all’agone politico e di presentare una propria candidatura con Saverio Siorini, foggiano ma ormai sangiovannese di adozione, incoraggiato nei giorni scorsi anche da Vladimir Luxuria, incontrata al matrimonio civile di suo cugino, grande amico della showgirl ed ex deputata.

La sua sarebbe una opzione popolare più borderline rispetto a quelle ormai già classificate del sindaco uscente Franco Landella, del leghista Luigi Miranda, dell’oppositore Giuseppe Mainiero e dell’ambizioso centrista Leo Iaccarino. I supporters di Franco Landella si incontrano nei bar più chic della periferia, mentre Luigi Miranda ha avviato una campagna vecchio stampo, con incontri dedicati con le varie categorie produttive. Giovedì è prevista una grande festa per gli elettori più giovani al suo quartier generale dell’ex Kandisky.

In tanti non sanno prevedere chi davvero vincerà, sebbene Landella appaia favorito sulla carta. Nella Lega non mancano i malumori e c’è chi scommette che la stessa carica del segretario Andrea Caroppo potrebbe saltare, se il giovane politico salentino, che più di tutti ha preteso le Primarie, perdesse la sfida sia a Bari sia a Foggia, come è possibile e altamente probabile.

Nel giorno della votazione tra Antonio Vigiano e Luigi Miranda, tutto era già deciso. Caroppo ha scommesso fortemente su Miranda, che è chiamato a mobilitare il voto d’opinione, ma anche quello organizzato.

Il leghista Alfonso Fiore è stato tra i pochi ad astenersi. “L’ho fatto per una questione politica – spiega a l’Immediato -, non è una questione contro Antonio Vigiano o Miranda. Avevo un accordo con Vigiano, quando ancora eravamo in tre nella Lega. Poi sono entrati altri 3 eletti e si deve ragionare in termini politici. Miranda l’ultima volta che si è candidato in Regione a Foggia ha preso 2700 voti. Non ci sono state valutazioni politiche. Per me il vincitore delle Primarie dovrebbe coincidere col potenziale vincitore delle elezioni vere. Non servono discorsi personali, i candidati consiglieri saranno tanti. Va anche chiarito un concetto: il presidente del Consiglio è un’espressione di una coalizione di maggioranza, Miranda ha fatto un accordo politico al ballottaggio. Tanti oggi lo criticano per la sua aderenza totale alle politiche di Landella, ma la presidenza del Consiglio vota quasi sempre a favore della maggioranza. Tuttavia Miranda quando arrivavano certi tipi di atti li rinviava indietro. Per esempio i debiti fuori bilancio o degli accapo particolari, che non erano ancora passati per le commissioni. Ha sempre cercato di far rispettare il regolamento e tutti i passaggi del Tuel, aspettava la versione dei revisori dei conti. È stato inflessibile”.

Fiore assicura di portare molte persone al gazebo. “Tanti non apprezzano l’operato di Landella. Mi dispiace, perché Franco è una brava persona, ma non ha saputo gestire la coalizione, è partito da 22 consiglieri ed è arrivato ad 11 eletti. Oggi in Forza Italia, un po’ per la forza trainante della Lega, restano solo due eletti, Consalvo Di Pasqua e Luigi Viggiano, perché Ilaria Mari è stata eletta in Ncd, mentre Antonio Annecchino rappresenta la civica del sindaco. Ci sono state delle difficoltà da parte di questa amministrazione”.

Più di un maggiorente ritiene che la debolezza di questa amministrazione risieda nell’accordo di ferro tra il sindaco e Franco Di Giuseppe, che lo “ha trascinato nel baratro”. Dopo la sostituzione di Carla Calabrese, i giovani eletti della sua civica sono stati estromessi dal dialogo sulle politiche del welfare.

Nella Lega non temono i 5 Stelle. “Non mi pare riescano ad attecchire, hanno trovato molta difficoltà a trovare il candidato sindaco, loro che si ritengono espressione del popolo, si presentano come personaggi umili, dei cittadini. Uno vale uno. Ma poi ci ritroviamo una espressione dell’elite della città. Una persona non del popolo (Quarato, ndr). Non sfonderanno”.

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