“La drammatica testimonianza di Maria, che con il suo coraggio ha fatto smantellare uno dei clan più potenti di Cerignola, nel Foggiano. Un territorio dove si sono consumate sanguinose guerre di mafia. E ora denuncia: ‘Lo Stato mi ha abbandonata'”. Così il Tg3 ha presentato l’intervista ad una collaboratrice di giustizia che negli anni ’90 ricoprì un ruolo cruciale nell’ambito della maxi operazione “Cartagine” contro la malavita nel Basso Tavoliere. Circa 60 gli arresti eseguiti grazie anche al coraggio della donna. Maria, però, oggi si sente abbandonata e al Tg3 ha raccontato in lacrime la sua esperienza.
Fu donna del boss dalla metà degli anni ’80 quando lei era appena 18enne. Nel corso degli anni, Maria subì una lunga serie di vessazioni: “Ero chiusa in una stanza con le sbarre e picchiata con una catena e con un nervo essiccato, di quelli utilizzati per bastonare gli animali. Venivo colpita anche con una mazza da baseball. “Io dicevo lasciami libera, fammi vivere col figlio che ho in grembo”. Dopo numerose violenze, Maria si fece forza e riuscì a scappare. Venne soccorsa dalle forze dell’ordine alle quali raccontò tutto. “Oggi vorrei gridare a tutti vergognatevi. I testimoni sono una settantina, lo Stato potrà sistemarli in qualche modo? Dopo 23 anni lo Stato non mi ha detto nemmeno un grazie per quello che ho fatto”.