Scacco al clan Nardino a San Severo. Il gruppo criminale di cui faceva parte anche Michele Russi detto “Lilino Coccione”, il 58enne ucciso sabato scorso dal barbiere, è stato colpito duramente da squadra mobile di Foggia e commissariato locale che all’alba di oggi hanno eseguito 14 arresti. Nell’ambito di una complessa attività di indagine volta al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel territorio di San Severo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia (pm Alessandra Fini e Marco Gambardella), gli agenti hanno arrestato Vincenzo Barra, alias “Zio Vincenzo”, classe 1967 (carcere); Pasquale Ciliberti, detto “Lino”, alias “Stampllucc”, classe 1960 (domiciliari); Felice Facciolla, classe 1980 (obbligo presentazione alla Pg); Roberto Guidi, alias “Robin Hood” classe 1973 (carcere); Raffaele Maresca, alias “Albano”, classe 1982 (obbligo presentazione alla pg); Maria Soccorsa Marolla, classe 1983 (carcere); Nicola Ugo Mercaldi, detto “Nico”, classe 1991 (carcere); Matteo Nazario Nardino, classe 1991 (carcere); Gennaro Gianni Notarangelo, alias “U Biond”, classe 1973 (carcere); Mariano Rendina, classe 1983 (carcere); Emilia Carmela Sasso, detta “Emily”, classe 1985 (obbligo presentazione alla pg); Gennaro Tumolo, detto “Rino”, classe 1976 (carcere); Antonello Dario Valerio, alias “U Pazz”, classe 1968 (carcere); Giuseppe Vistola, alias “Fafum”, classe 1979 (carcere). Tutti soggetti nati a San Severo e definiti dal questore, Mario Della Cioppa: “Spacciatori di morte”.
L’operazione è stata denominata “Robin Hood” in quanto partita da una perquisizione a casa di Guidi, ritenuto tra gli elementi di spicco del traffico di droga. Ma non il solo. Stamattina la squadra mobile, nel corso della conferenza stampa in Questura, ha evidenziato il ruolo di altri arrestati contigui ai boss sanseveresi. Ad esempio Mercaldi, nipote di Nicola Salvatore detto “Nicolin dieci e dieci”, il boss ammazzato nel maggio 2017. Matteo Nazario Nardino è invece il nipote di Franco Nardino, quest’ultimo al vertice del clan. Vistola, infine, è marito di una nipote di Michele Russi, vittima dell’agguato del 24 novembre scorso. Nelle numerose intercettazioni, gli arrestati usavano parole in codice: “cicoria” per indicare la marijuana, ad esempio. Mentre per sapere dell’hashish i clienti chiedevano: “Sei armato?”. Gli spacciatori utilizzavano anche frasi scurrili, non ripetute dagli agenti in conferenza, per indicare di “essere carichi”. In un’altra conversazione, Rendina chiese alla moglie, la Sasso, di “spostare la legna”, in riferimento alla droga.
L’attività di monitoraggio degli indagati, avviata nel periodo temporale inizio 2017-marzo 2018, espletata dagli investigatori, con numerosi servizi di osservazione contestualmente ad attività tecnica di intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso l’individuazione di soggetti di rilievo della criminalità sanseverese dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso dell’attività d’indagine diverse persone sono state arrestate in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente ed altre sono indagate in stato di libertà per la medesima violazione. Nell’arco temporale dell’attività investigativa si è proceduto al rinvenimento ed al sequestro, in più occasioni, di sostanze stupefacenti di vario tipo e genere, a riscontro delle responsabilità degli indagati nell’operazione di oggi. “Ad ogni indagato corrispondono circa 15 episodi di spaccio al giorno”, ha detto il capo della squadra mobile, Roberto Pititto.
Nel corso dell’intera indagine si sono potute documentare numerosissime cessioni di droga avvenute all’interno di abitazioni nella disponibilità di fornitori dello stupefacente dove i vari acquirenti si recavano con cadenza giornaliera. Altrettanto rilevante nell’intensa attività di spaccio è il ruolo avuto da alcune donne. Tale operazione di polizia giudiziaria, che ha colpito duramente esponenti in ogni caso collegati o vicini alla criminalità organizzata sanseverese (gruppo facente capo a Franco Nardino ed ai noti esponenti di rilievo della criminalità organizzata, entrambi assassinati in maniera cruenta, Nicola Salvatore e Michele Russi, quest’ultimo nei giorni scorsi), ha consentito di privare i gruppi mafiosi di elementi particolarmente attivi sul territorio di San Severo in tema di traffico di sostanze stupefacenti, in questo caso responsabili di detenzione e spaccio di droga a motivo del quale essi sono oggi catturati ed arrestati, su provvedimenti del Gip di Foggia a cui è stata formulata la richiesta da parte della Procura che ha processato l’imponente attività investigativa eseguita dalla squadra mobile di Foggia e dai colleghi del commissariato di San Severo.
La particolare operatività e forza sul territorio sanseverese è documentata dalla circostanza che gli indagati erano dediti allo smercio delle più varie tipologie di stupefacente (cocaina, eroina, hashish e marijuana). Questa indagine si inserisce in un più ampia attività di contrasto, avviata congiuntamente al Servizio Centrale Operativo, sempre e costantemente operata nei confronti della criminalità sanseverese ed in linea generale nei confronti delle organizzazioni criminali operanti su tutto il territorio della provincia di Foggia e che, d’intesa con la Procura di Foggia e la Procura Distrettuale Antimafia di Bari, continuerà in maniera incessante al fine di disarticolare le organizzazioni criminali operanti in Capitanata e garantire la massima sicurezza alla comunità di San Severo, scossa di recente dal grave fatto di sangue che ha riguardato Michele “Coccione” Russi e per cui incessante è l’attività investigativa della Polizia di Stato coordinata dalla magistratura.
L’operazione di polizia di oggi è stata eseguita alle prime ore dell’alba ed ha visto impegnati un centinaio di agenti della Polizia di Stato, con ausilio di un elicottero del Reparto Volo e numerose pattuglie dei Reparti Prevenzione Crimine, e costituisce la prima dura risposta che la Procura della Repubblica di Foggia e la Polizia di Stato hanno voluto dare dopo il cruento omicidio di mafia di Russi, avvenuto come è noto, la mattina di sabato scorso 24 novembre a San Severo, legato alle dinamiche di predominio dei clan locali sul traffico di droga.