
“Un africano non spingerebbe mai un anziano, non lo farebbe mai, io non penso che sia accaduto. Da noi in Africa si dice che quando un anziano muore è una biblioteca che brucia. Siamo nati con la pietà per gli anziani. Non esistono case di riposo in Africa perché per noi gli anziani sono un punto di riferimento importante, il più alto della comunità”. A commentare a l’Immediato i fatti raccontati dallo storico militante leghista Rocco Petrillo è Mbaye Ndaye (al centro nella foto in alto, ndr), il leader di Casa Sankara. Mbaye non crede che possa essere successo davvero. Deve esserci un equivoco.
L’operatore sociale senegalese insieme agli altri attivisti ha incontrato il Ministro Matteo Salvini in Prefettura dopo la tragica morte dei braccianti ad agosto. Ha per il “capitano” leghista molto rispetto. A suo avviso il presunto clima di violenza tra italiani e migranti non esiste. C’è un’atmosfera di odio? “Io veramente non la vedo così – ribatte – per noi di Casa Sankara e dell’Arena i Decreti vanno e vengono, abbiamo detto ai ragazzi che quando si sta in una nazione si devono rispettare le leggi e prendere i diritti e i doveri, ognuno deve fare il proprio dovere, noi per il momento rispettiamo quello che tutta una nazione ha votato, ossia Salvini. Per noi non c’è nessuna violenza. Salvini è Salvini, è il vicepremier e il Ministro dell’Interno, è stato eletto dagli italiani, noi siamo in Italia, questo è il Paese che abbiamo scelto. Questo è il merito che abbiamo avuto: scegliere l’Italia. Abbiamo avuto la soddisfazione di vivere con gli italiani. Se arriva questo decreto, lo dobbiamo prendere con la filosofia, ma assolutamente senza violenza. Lo Stato italiano, i cittadini italiani non meritano violenza. L’accoglienza che noi abbiamo avuto è stata magnifica, noi siamo qui e viviamo con tranquillità. Ci sono stati tanti decreti che sono passati, favorevoli all’immigrazione, se ce n’è uno che non è favorevole all’immigrazione, dobbiamo attendere. Solo il potere di Dio non finisce, è un problema di pazienza e di comprensione. Io l’ho incontrato Salvini, ci ha detto che lui è contro quelle cooperative italiane che sfruttano l’immigrazione. Ma noi a Casa Sankara stiamo facendo altre cose con la Regione, stiamo facendo formazione. Noi non siamo come quelle cooperative che vivono alle spalle dello Stato, noi vogliamo creare una immigrazione che fa bene a tutti quanti”.
Secondo Mbaye i ragazzi migranti devono lavorare ed essere formati. “Salvini dice: aiutiamoli a casa loro, bene noi li stiamo preparando con la formazione in agricoltura, stiamo creando la rete tra Africa e Regione Puglia. A dicembre arriverà la prima delegazione senegalese per firmare un protocollo con la Regione Puglia, affinché i ragazzi senegalesi che sono qui possano ritornare in Senegal per avviare progetti. In Puglia l’80% dei migranti lavora come braccianti, quindi è naturale che la nostra formazione sia agricola. Ma poi passeremo anche alla formazione artigianale”.
Potreste avviare anche progetti di agroindustria? Cosa potreste trasformare in Senegal? Mbaye e gli altri stanno già sperimentando alcune coltivazioni adatte. “Stiamo lavorando con la canapa come prodotto farmaceutico, tra alcuni giorni in conferenza stampa presenteremo la sperimentazione. Qui si fa il pomodoro, in Senegal abbiamo 9 mesi d’estate, possiamo fare 3 raccolti. Possiamo trasformare la patata rossa, abbiamo una terra sabbiosa adatta alle coltivazioni di patate. Stiamo creando questa rete per l’Africa, per frenare l’immigrazione clandestina. Questo è il lavoro che facciamo. Nessuna violenza”.