È servito il coraggio di un imprenditore turistico di Vieste per arrestare Vincenzo Langi, 40enne ritenuto vicino al clan Raduano. Il malvivente, appartenente al gruppo criminale alla stregua del fratello Stefano, beccato pochi giorni fa, è finito in carcere per estorsione. La vittima, disperata e in lacrime, si era rivolta ai carabinieri raccontando di subire minacce da mesi. La “colpa” dell’operatore turistico? Aver denunciato Langi per furto nel 2016. L’imprenditore, infatti, lo riconobbe mentre fuggiva dopo aver depredato la sua abitazione. Langi finì in carcere ma una volta uscito ha messo in atto la sua vendetta. “Dammi 1500 euro o finisce male. Ti accendo l’auto”. Queste le frasi proferite al povero imprenditore.
La vittima, visibilmente scossa, si è presentata presso la Tenenza di Vieste e ha denunciato che dal mese di febbraio il noto pregiudicato lo aveva più volte avvicinato pretendendo, con minacce, la consegna del denaro. Dal racconto dell’imprenditore, l’estorsore per qualche mese sarebbe sparito tanto da far ritenere che avesse desistito dal suo intento. In realtà l’imprenditore non poteva sapere che Langi dal mese di marzo fino a giugno è stato recluso prima in carcere e poi ai domiciliari perché arrestato dai carabinieri di Foggia per un’altra estorsione.
L’uomo, consapevole della spirale in cui si sarebbe ritrovato se avesse ceduto alla richiesta estorsiva ma anche della pericolosità desumibile soprattutto dalla vicinanza al gruppo Raduano, si è finalmente deciso a rivolgersi ai carabinieri quando le richieste si erano ormai fatte sempre più pressanti e minacciose.
I carabinieri di Vieste, appurata la veridicità di quanto denunciato, anche attraverso la preziosa visione delle registrazioni delle telecamere cittadine che avevano immortalato alcuni episodi, hanno informato il magistrato della Procura della Repubblica di Foggia con cui si è deciso di intervenire con la massima tempestività prima che la situazione potesse degenerare.
Quando Langi è tornato a mettere sotto pressione l’imprenditore, preannunciando che quel pomeriggio sarebbe passato a “riscuotere” direttamente a casa sua, il commerciante ha informato subito i militari, che si sono appostati ben nascosti nei pressi dell’abitazione, in attesa.
E puntualmente, come preannunciato, Langi si è presentato a casa della vittima, pretendendo il denaro, che questa volta si è visto finalmente consegnare, anche se non nella somma imposta. Andandosene, infatti, ha lanciato un’ennesima minaccia: sarebbe tornato.
Invece, uscendo, il malvivente ha trovato ad attenderlo i carabinieri che, trovate addosso le banconote, lo hanno ammanettato arrestandolo per estorsione continuata e tradotto nel carcere di Foggia, a disposizione della Procura della Repubblica.
Già lo scorso 21 marzo, Langi è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, unitamente a Gianluigi Troiano, elemento di spicco del citato clan, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere per un’estorsione tentata nei confronti di altro imprenditore viestano.
Il fratello di Vincenzo, Stefano, alcuni giorni fa, in data 5 settembre, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Manfredonia dovendo scontare una pena residua di anni due per reati contro il patrimonio.
Anche se ancora molto lentamente, si inizia a squarciare il velo di omertà e di paura a denunciare tra gli imprenditori viestani. Le recente operazioni condotte dalle forze di polizia, in rapida successione e con brillanti risultati che stanno man mano disarticolando i due clan che per anni si sono contesi il territorio di Vieste, stanno dimostrando che è possibile restituire il territorio ai cittadini.
Proprio il 7 agosto scorso, il Nucleo Investigativo dei carabinieri di Foggia ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla DDA di Bari nei confronti di Marco Raduano, di Gianluigi Troiano classe ’93, Luigi Troiano, classe ’63 e Liberantonio Azzarone classe ’90 ritenuti essere la cupola dell’organizzazione criminale, contestando i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti destinate alle piazze di spaccio di Vieste e dei vicini comuni garganici, nonché della detenzione di armi da sparo comuni e da guerra, con l’aggravante di avere agito con il metodo mafioso. Il fermo è stato convalidato il successivo 9 agosto dal GIP di Foggia. In data 23 agosto 2018 il Nucleo Investigativo ha eseguito la misura cautelare nei confronti dei quattro indagati, emessa dal GIP di Bari.
Il 10 settembre scorso, la squadra mobile di Foggia ha colpito con 7 arresti il gruppo contrapposto, riconducibile al pregiudicato Girolamo Perna. Lo sforzo investigativo in atto sul territorio garganico non ha precedenti e sta consentendo di ricostruire, in maniera nitida, le dinamiche criminali in atto, fornendo risposte concrete sul piano degli indispensabili interventi di tipo repressivo/cautelare. Alle denunce presentate dalle vittime, seguono immediate risposte da parte dello Stato.
Gli investigatori auspicano una sempre più corale partecipazione della cittadinanza, per dare una spallata definitiva a che ha fatto delle estorsioni e della violenza un modo per appropriarsi di un territorio non suo.
In conferenza stampa, il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio ha evidenziato l’importanza della denuncia: “La gente deve farlo. Il momento è favorevole”.
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