Ceri votivi per spaventare vittime e bunker per nascondersi, arrestati due uomini di spicco della mala di Vieste

“Persone molto pericolose” secondo il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio che stamattina ha tenuto una conferenza stampa per illustrare l’attività dell’Arma

Ceri votivi a scopo intimidatorio, minacce verbali e persino un tentato investimento. A Vieste, carabinieri e Cacciatori hanno arrestato Vincenzo Langi, classe ’78 e Gianluigi Troiano, classe ’93, entrambi del posto, per estorsioni ai danni di un imprenditore edile. La vittima, viestana, nonostante i timori iniziali, ha denunciato i suoi aguzzini permettendo ai militari di effettuare gli arresti nelle scorse ore. Nell’ordinanza del gip, Langi e Troiano, vicini al gruppo criminale guidato dal giovane boss, Marco Raduano detto “Faccia d’Angelo” o “Pallone”, sono definiti soggetti dalla “grande caratura criminale, spregiudicati e con una capacità di delinquere che suscita inquietudine”.



“Persone molto pericolose” anche secondo il comandante provinciale dei carabinieri, Marco Aquilio che stamattina ha tenuto una conferenza stampa per illustrare l’attività dell’Arma. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo e della Tenenza di Vieste e coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, sono partite nel mese di dicembre 2017. Nel mirino dei malviventi era finito un imprenditore edile che stava realizzando bagni pubblici per un lavoro da circa 30mila euro. Ma Langi e Troiano hanno posto in essere atti intimidatori per ottenere denaro e imporre un servizio di guardiania a mezzi e cantieri di lavoro.

Per spaventare la vittima hanno anche posizionato ceri votivi sui mezzi di lavoro parcheggiati nel cantiere e anche nei pressi dell’abitazione di un collaboratore dell’impresa edile. Danneggiati inoltre mezzi di lavoro appartenenti a una cooperativa che stava effettuando dei lavori di manutenzione della rete idrica di Vieste ma parcheggiati all’interno di un piazzale di proprietà dello stesso imprenditore vessato.

Troiano, inoltre, utilizzando come “ariete” un’autovettura poi risultata rubata, si è scagliato nottetempo contro il cancello di casa dell’abitazione dell’imprenditore nonché sede dell’impresa edile, danneggiandolo seriamente, abbandonando poi il mezzo sul posto. In un’altra occasione i due arrestati, Langi alla guida e Troiano in qualità di passeggero, a bordo di un’autovettura avrebbero anche tentato di investire l’imprenditore mentre passeggiava per Vieste con un amico, sfiorandolo alla schiena con lo specchietto retrovisore.

Infine i due si sono presentati più volte nei pressi dell’abitazione dell’imprenditore, stazionandovi davanti, al fine di intimorire lo stesso e i suoi familiari e avevano svuotato un secchio di cenere sull’impasto di cemento di un cantiere. Le risultanze investigative prodotte dai carabinieri sono state immediatamente valutate dal Pubblico Ministero di Foggia che ne ha colto, grazie all’approfondita conoscenza delle dinamiche criminali del territorio, tutta la pericolosità e la necessità di porre un freno richiedendo al GIP l’emissione dell’ordinanza.

I due soggetti hanno agito infatti con determinazione, spregiudicatezza e al tempo stesso lucidità, segni inequivocabili di una grande capacità organizzativa e di una grossa “esperienza” criminale, come sottolineato allo stesso GIP nell’ordinanza.

Spettacolari i momenti della cattura. Langi raggiunto a casa sua ha provato a nascondersi in un sottoscala, Troiano invece si è calato in un cunicolo ricavato da un vecchio pozzo e realizzato ad arte nella sua abitazione, grazie ad un accesso da una sportello.

Gli arresti arrivano dopo un periodo di scontri all’interno delle compagini criminali locali, pertanto non si esclude che gli arrestati fossero inseriti in un contesto criminale più ampio, dal momento che a Vieste il fenomeno estorsivo è una piaga che caratterizza il territorio e si manifesta in particolare con l’imposizione della guardiania, come già emerso in diverse operazioni sfociate, recentemente, in condanne gravi che hanno riconosciuto anche l’aggravante del metodo mafioso.

I due indagati sono stati tratti in arresto e associati alla casa circondariale di Foggia per i reati di tentata estorsione in concorso e, per il solo Troiano, ricettazione di un’autovettura rubata e danneggiamento.. Anche in questo caso, l’importante risultato è l’esito della straordinaria sinergia tra l’Autorità Giudiziaria e la Polizia Giudiziaria, nello specifico carabinieri, ma anche del crescente rapporto di fiducia della gente verso le Istituzioni, a Foggia particolarmente coese in un’unica “squadra Stato”.