È una sentenza storica quella che arriva dalla California ai danni della Monsanto. Un giudice di San Francisco ha riconosciuto il pagamento di 289 milioni di dollari di risarcimento ad un uomo che ha denunciato la multinazionale di biotecnologie agrarie, affermando che un prodotto dell’azienda usato come pesticida ha contribuito a farlo ammalare di un tumore rivelatosi terminale. Nella sua decisione il giudice ha stabilito che l’azienda non ha adeguatamente avvertito sui rischi nell’utilizzo del prodotto.
Dewayne Johnson, custode di siti scolastici nella zona di San Francisco, aveva utilizzato il prodotto nel suo lavoro e aveva sviluppato un’eruzione cutanea nel 2014 quando aveva all’età di 42 anni e gli fu successivamente diagnosticato un linfoma non-Hodgkin.Il portavoce della Monsanto, Scott Partridge, ha annunciato che l’azienda ricorrerà in appello, come riferisce l’Agi.
Quella californiana è una sentenza apripista anche per l’Italia dove sono tante le associazioni, che chiedono lo stop al glifosato.
Nel Mezzogiorno chi per prima ha acceso i riflettori sulla sostanza nociva è stata l’associazione di produttori a tutela dei consumatori GranoSalus con i vari articoli sul blog i Nuovi Vespri e le analisi sulle diverse paste italiane. Il Senatore pentastellato Saverio de Bonis sta facendo una battaglia serrata contro il glifosato.
Negli ultimi tempi l’associazione ha presentato un ricorso al Tribunale Europeo contro la Commissione Europea per l’annullamento del regolamento di esecuzione della commissione del 12 dicembre 2017, che rinnova l’approvazione della sostanza attiva glifosato, in conformità al regolamento del Parlamento europeo e del consiglio relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che modifica l’allegato del regolamento in esecuzione n.540/2011 della commissione.
GranoSalus nel suo ricorso invita alla legittimazione ad agire e a ricorrere per garantire la valorizzazione della cerealicoltura italiana. Ora dopo la sentenza dei giudici americani, molte cose potranno cambiare.