Lunghissima conferenza di servizi questa mattina nella sede provinciale di via Telesforo a Foggia negli uffici del Servizio Ambiente diretti dall’architetto Stefano Biscotti per la procedura Aia per l’impianto anaerobico in contrada Ripatetta della Maia Rigenera srl, ex Bioecoagrim.
Per l’azienda lucerina partecipata dal colosso del vento Fortore Energia, attualmente chiusa per le prescrizioni sottoscritte anni fa a causa delle emissioni odorigere nauseabonde, ha condotto la trattativa il legale, Michele Vaira insieme ad alcuni tecnici e all’ingegner Rutigliano. Presente il delegato provinciale all’Ambiente Giuseppe Pitta e un battagliero sindaco di Lucera Antonio Tutolo, che ha subito presentato le condizioni preliminari per il rilascio del parere di competenza (tutti in foto sopra ndr).
Fuori nei corridoi ad origliare, alcuni giornalisti e il segretario cittadino lucerino dei Fratelli d’Italia Ettore Orlando.
Anzitutto il Comune ha precisato che il parere sarà sicuramente negativo e quindi non adotterà la variante urbanistica necessaria alla realizzazione dell’impianto se non saranno rispettate alcune condizioni imprescindibili secondo Tutolo, che aveva già anticipato la sua posizione in un video virale.
La prima riguarda l’impianto, che dovrà sostituire totalmente quello esistente. “La matrice fresca in entrata dovrà essere trattata esclusivamente nel nuovo impianto anaerobico, nel vecchio impianto non sarà ammesso il trattamento di qualsiasi tipo di rifiuto, ivi compresi i fanghi di depurazione, ma solo il trattamento del digestato a valle del nuovo impianto anaerobico”.
La seconda condizione riguarda il materiale in ingresso, che mai potrà essere trattato nel vecchio impianto, neppure in caso di guasti o malfunzionamenti del nuovo impianto.
Tre: “Il quantitativo di materiale trattabile del nuovo impianto non potrà superare le quantità già autorizzate per quello attualmente attivo”. Quattro: tutte le lavorazioni dovranno avvenire in ambienti chiusi , ivi comprese le fasi di scarico del materiale in ingresso. Quinta condizione è quella sulle fasi di maturazione del prodotto, anche queste al chiuso, per il Comune, che richiama alla conferma delle compensazioni ambientali riconosciute per il vecchio impianto e annuncia che comunque l’amministrazione intende attivare una consultazione popolare che orienterà e determinerà il parere vincolante per la classe politica.
“La posizione del sindaco è sempre stata coerente”, ha precisato durante l’incontro il dirigente Stefano Biscotti. “Il sindaco va poco oltre e chiede lavorazioni in ambienti chiusi”.
Ebbene l’avvocato Vaira è apparso molto dialogante. La società infatti si riserva di depositare entro 7 giorni una nota di replica alle osservazioni puntuali del Comune di Lucera, chiedendo al Rup dei pareri tassativi per sollecitare, con l’indicazione in termini, la trasmissione dei pareri alle autorità che oggi non erano presenti, come la Soprintendenza che ha chiesto il rinvio e ancora non dice la sua sulla contrada Ripatetta dove insiste un Villaggio Neolitico.
“Sappiate che se qui dentro non c’è tutta la procedura anche per il permesso a costruire e se non è acquisita la variante urbanistica, non potremo andare avanti”, ha avvisato Biscotti. “L’autorizzazione sismica? Dovrà essere trovata in esito di conferenza. Io devo dare atto che qui dentro ci sia tutta la piena istruttoria urbanistica. Non voglio più soggiacere alle paturnie degli enti”, ha proseguito schietto l’architetto.
Il tavolo si ri-aggiornerà non prima di un mese. La nuova conferenza sarà convocata a valle delle osservazioni e del deposito degli atti di Maia Rigenera. “Per risparmiare tempo la società accoglie in pieno le osservazioni del Comune di Lucera, impegnandosi a modificare il progetto”, ha confermato Vaira. In 7 giorni il legale insieme agli imprenditori dovrà trovare la soluzione per tutte le condizioni poste da Tutolo.
Una volta finita la conferenza, il sindaco è apparso soddisfatto. Il suo intento è chiudere la vicenda della puzza offrendo una soluzione in regola e con le migliori tecnologie esistenti, che solo l’anaerobico può garantire. Diversamente, se non si procederà, resterà il vecchio e puzzolente impianto.
Lo scoglio però potrebbe essere rappresentato dalle tonnellate in entrata. Attualmente l’impianto è autorizzato per 232mila tonnellate, laddove invece potrebbe lavorarne solo 40mila.
Il nuovo impianto avrà una potenza di poco più di 170mila tonnellate, ma al tavolo oggi Vaira chiedeva di poter aggiungere le 43mila perdute dal vecchio impianto.
Intanto sulla questione interviene anche il meetup cittadino dei 5 Stelle, in completo disaccordo e poco informato rispetto alle richieste del Comune.
Ecco la loro nota.
“La Maia Rigenera srl, EX BIOECOAGRIM, ha presentato alla Provincia di Foggia – Settore Ambiente, due istanze: una VIA per un nuovo impianto anaerobico, una AIA per il vecchio impianto aerobico. Il progetto prevede il trattamento di 265.850 tonnellate/anno di rifiuti, per la produzione di biogas, energia elettrica e compost. In tutta la Puglia, si producono 520.000 tonnellate di FORSU all’anno: perché costringere Lucera a smaltirne oltre la metà? Il nuovo impianto dovrebbe incamerare 190.000 tonnellate di forsu, scarti mercatali, scarti agro-industria, e altro. Il vecchio impianto continuerebbe a funzionare e dovrebbe incamerare circa 75.000 tonnellate di fanghi aerobici (di cui solo una parte costituita dal digestato dell’impianto anaerobico) e sfalci di verde pubblico, senza avere alcuna certezza che si risolverebbe il problema degli odori molesti. A ciò si aggiungano: 105 transiti giornalieri di mezzi pesanti, scarichi di acque depurate nel torrente Vulgano, emissioni di gas serra nell’aria anche per la produzione di energia elettrica in loco (per ora limitata all’autoconsumo), percolato, rumori, oltre 20.000 tonnellate di scarti che dovranno essere smaltiti altrove. Saremo in grado di controllare efficacemente tutti i rischi connessi a simile attività? Alla luce di questi dati, comprendiamo le paure e i timori dei cittadini di Lucera e del Comitato Lucera Non Tace, al quale va tutta la nostra solidarietà per l’inaudito linciaggio mediatico subito solo per aver sollevato dubbi sul nuovo progetto dell’erede di BioEcoagrim: la richiesta di chiarezza non può essere motivo di tanto livore in una Comunità che voglia definirsi civile e democratica. Per questi motivi, il Meet Up Lucera 5 Stelle dice NO al progetto Maia Rigenera per le dimensioni eccessive che non assicurano affatto la risoluzione del problema degli odori molesti e comportano rischi di inquinamento inaccettabili, senza nessun valore aggiunto per il territorio di Lucera. Lo smaltimento della FORSU deve avvenire in impianti pubblici di piccole dimensioni, asserviti alle sole esigenze di singole città o di piccoli consorzi di comuni. Non possiamo accettare che la nostra terra divenga ricettacolo dell’immondizia prodotta in ogni angolo dell’Italia”.