Valentina Bisti e Massimiliano Ossini, la nuova coppia al timone della versione estiva del popolare programma di Rai1, Uno Mattina Estate, con focus su cronaca e attualità, politica e costume, cultura e sociale, hanno dedicato una parte della puntata di lunedì 7 luglio dalle 7.10 alla Puglia.
Pomodori, mare, bellezze turistiche. C’è stato spazio però intorno alle 8 del mattino anche per la quarta mafia di Capitanata con delle interviste ad alcuni protagonisti della società civile e delle istituzioni impegnati sul fronte della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Il capo della squadra mobile, Roberto Pititto insieme al presidente della Fondazione Antiusura Pippo Cavaliere, al presidente di Confcommercio Damiano Gelsomino, al caporedattore del dorso locale del quotidiano barese Filippo Santigliano e al parroco don Francesco Catalano, ex direttore Caritas, hanno fornito un quadro generale dei clan provinciali nel servizio che ha anticipato la mini intervista al procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro in collegamento in diretta e l’analisi del giornalista di Repubblica Emilio Orlando.
Pititto ha sottolineato l’incremento notevole recente degli apparati investigativi e di prevenzione. “Questo territorio è scosso dalla morte violenta di giovani ragazzi, giovani vite buttate”, ha detto il poliziotto. “Foggia è una città in cui si vive il dramma della disoccupazione”, è stato il commento di don Francesco. Ha parlato di “ineluttabile rassegnazione” l’ingegner Cavaliere per una città che “balla sul precipizio”.
100 omicidi tra il 2000 e il 2004, gli accordi con le mafie dell’Est, la permeabilità dei clan tra i quali è difficilissimo trovare pentiti. Tutto questo è la Società, così come raccontata ad UnoMattina. Una delle mafie più cruenti del Paese.
“La presenza di una criminalità così aggressiva allontana gli investimenti e le imprese, c’è un circolo vizioso. Il disagio economico costituisce terreno fertile per la manovalanza e le nuove leve”, ha detto Vaccaro. Cosa manca per il salto di qualità della reazione della società civile? “La società civile c’è, ma è agli inizi, la gente deve sollevare la testa, denunciare e testimoniare, serve una maggiore presenza dello Stato, anche nei servizi”, il suo monito.
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