“In questi giorni da parte dell’amministrazione comunale di Foggia è stato annunciato, con grande clamore, un nuovo piano per la raccolta differenziata. Si cominciano anche a vedere per le strade i nuovi cassonetti per carta, plastica e vetro. Ma come ‘l’abito non fa il monaco’ anche il ‘cassonetto nuovo non fa la raccolta differenziata'”. Per il WWF Foggia, infatti, si tratta di una “operazione spacciata per una grande novità: vengono in realtà semplicemente messi nuovi cassonetti lasciando invariato il sistema di raccolta e rinviando ancora una volta l’avvio del porta a porta”.
“L’installazione di nuovi cassonetti è semplicemente una misura ormai necessaria – spiegano -, considerato lo stato pietoso dei cassonetti esistenti, denunciato da anni da associazioni e altri soggetti. Del resto, evidenzia il WWF, lo stesso Grandaliano, già presidente dell’AMIU Puglia, aveva annunciato due anni fa che a breve sarebbero stati potenziati i cassonetti, quindi l’iniziativa di questi giorni arriva con grande ritardo. L’aspetto fondamentale è che l’attuale sistema non garantisce un miglioramento della qualità della raccolta. Resta inoltre irrisolto il problema della raccolta dell’umido, che da solo costituisce circa il 40% del totale dei rifiuti, che ancora oggi non viene differenziato, nonostante l’Italia sia ai primi posti nel mondo per questo tipo di raccolta”.
Per il WWF, “la quantità enorme di rifiuti prodotta quotidianamente dovrebbe indurre ad introdurre anche a Foggia nuove strategie per la raccolta e lo smaltimento, riducendo in questo modo il ricorso a discarica e inceneritore. Benché non sia l’unico, la raccolta differenziata porta a porta è un sistema ampiamente efficace come ormai dimostrano diverse esperienze collaudate”.
“Un esempio significativo di città dove sono stati raggiunti ottimi livelli è Treviso che tocca l’84% di raccolta differenziata nel 2015 – proseguono gli ambientalisti -. Punto di forza di questo sistema porta a porta rispetto a tutte le altre città è l’introduzione della tariffa puntuale basata sul principio europeo del ‘paga quanto produci’, commisurata in base all’effettiva produzione dei rifiuti. Attraverso la tariffa vengono coperti i costi di gestione dei rifiuti urbani: la raccolta, il trasporto, il trattamento e l’eventuale smaltimento. Diverse analisi economiche concordano: la raccolta porta a porta costa di più della raccolta tradizionale, ma i risparmi possibili, grazie alle minori spese di smaltimento e i proventi della vendita dei materiali riciclati (di migliore qualità rispetto a quanto raccolto con le campane), compensano i maggiori costi”.
“La raccolta porta a porta – conclude – è inoltre un servizio ad alto valore aggiunto di manodopera che quindi contribuirebbe concretamente a fornire nuove occasioni di lavoro. Senza contare che si ottiene un servizio migliore, più comodo e, con la scomparsa dei cassonetti, aumenta il decoro e la pulizia di strade e quartieri. Con i cassonetti di raccolta per le strade basta un cittadino non informato o incivile per inquinare tutto il materiale differenziato che è stato conferito nel singolo contenitore”.