Tutti in fibrillazione sul Gargano e sui Monti Dauni per la sempre più possibile nomina a premier del professor Giuseppe Conte, il docente di Diritto Privato dell’Università di Firenze, originario della provincia di Foggia. L’accademico potrebbe essere convocato domani dal Presidente Sergio Mattarella, dopo l’indicazione dei due leader del governo gialloverde penta leghista, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
I genitori e la sorella, che è avvocato dell’Ufficio legale della Bcc di San Giovanni Rotondo, sono già a Roma. Allievo del grande Guido Alpa, il professor Conte, come si sa, è nato a Volturara Appula e ha seguito il padre nei suoi spostamenti da segretario comunale. A San Giovanni, dove ora tutta la sua famiglia d’origine risiede, ha trascorso l’ultimo Natale, ma ha studiato adolescente al liceo classico di San Marco in Lamis, dove si è maturato col massimo dei voti, 60/60. Un liceo, da tutti considerato un punto di riferimento per la formazione della classe dirigente garganica di San Marco, San Giovanni, Rignano e San Nicandro. Medici, notai, avvocati, politici, tutti provengono da quella scuola, che può vantare tra i suoi maturati e diplomati, da privatisti stavolta, anche i tenori de Il Volo.
54 anni, Conte separato e con un figlio, è stato spesso anni fa relatore tra San Giovanni e San Marco in convegni per la formazione continua con l’Ordine degli Avvocati. “Lo conoscevo ma non eravamo amici, lui è due anni più grande di me”, spiega a l’Immediato l’ex sindaco di San Marco in Lamis Michelangelo Lombardi, anche lui un ex liceale classico.
A San Giovanni Rotondo molti stanno sorridendo, interrogandosi sul destino. C’è forse San Pio dietro questo contrappasso. La sorella del docente, Maria Pia Conte, fu assunta in Bcc per decisione di un CdA e poi fu licenziata, come spesso accadeva nella cassa rurale, dal successivo organismo. Lei, come raccontano alcuni sangiovannesi informati, intraprese una causa davanti al giudice del lavoro e dopo tanti anni fu reintegrata, con la banca condannata al risarcimento danni oltre che al reintegro della dipendente, dopo più di 5 anni.
Racconta invece l’adolescenza Tonino Placentino: “Ci siamo frequentati parecchio da giovani, prima che partisse per l’Università, io sono più grandicello di lui, era un amante del calcio. Era un mediano, un centrocampista. Era bravino, ma il calcio era un hobby solo per divertirsi, era un ragazzo riservato molto studioso e i risultati si vedono. Per il periodo che ho frequentato io la sua famiglia, erano apolitici. Mai nessuna politica attiva per suo padre o per lui”.