Crisi Pd, De Pellegrino: “Rinnovamento? A Foggia ai vertici del partito ci sono i quarantenni”

Il Pd renziano è stato davvero travolto per la mancanza di “rigenerazione” della sua classe dirigente meridionale?

“Clientelismo e corruzione”, “circoli dirigenti e gruppi da tempo stancamente governanti” al Sud, mancanza di rinnovamento, “partiti lontani e chiusi”.  Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso al Senato ha tracciato plasticamente l’autoesaltazione del Pd e i motivi della sua sconfitta storica, che ha condotto il partito all’afasia.

In queste ore il Ministro Andrea Orlando sulla stampa nazionale ha ribadito la necessità di non avere posizioni preconcette sul Movimento 5 Stelle, sui territori però gli iscritti e i militanti sono più che smarriti. Il Pd renziano è stato davvero travolto per la mancanza di “rigenerazione” della sua classe dirigente meridionale?

“Non credo ci sia stata una mancanza di rinnovamento – risponde a l’Immediato il consigliere comunale Alfonso de Pellegrino -, anzi da noi in Capitanata di rinnovamento ce n’è stato moltissimo, l’età media dei dirigenti è molto bassa. Abbiamo una segretaria provinciale di 40 anni e un assessore regionale di 37 anni. La questione del ricambio generazionale non ci riguarda. È vera invece un’altra cosa: con la nascita del Pd abbiamo assistito alla chiusura dei circoli ed è venuta meno la connessione tra partito e cittadini e tra cittadini e amministrazione e governo. Io ero segretario della sezione Gramsci dei Ds al Candelaro e ogni anno convocavamo almeno 5 volte il circolo, frequentato da almeno 200 persone. Foggia aveva allora 5 sezioni, oggi il circolo di Via Matteotti non ha più quella funzione. Prima c’era un dibattito importante, le maggiori riforme dell’epoca venivano discusse. Oggi invece i circoli sono comitati elettorali, utilizzati spesso come trampolini di lancio per i politici a cui fanno riferimento”.

Non si tratta di mancato rinnovamento aver rieletto ancora Michele Bordo alla Camera dei Deputati? “Ma Bordo è un giovane parlamentare, ha 44 anni”, ribatte. E il clientelismo vi appartiene, come sostiene Napolitano? “Non mi pare che ci sia clientelismo, con la crisi economica che c’è e col potere ormai perduto non mi sembra che la politica abbia le opportunità per promettere alcunché”.

Sui giovani militanti, però, l’ex capogruppo al Comune di Foggia è netto. “C’è sicuramente una diversa interpretazione della politica da parte dei giovani, io il venerdì mi mettevo in treno e andavo alle Frattocchie, oggi in generale i giovanissimi non supportano la passione col sacrificio”. Ha letto l’analisi di Andrea Orlando. “I cittadini ci hanno assegnato il compito di fare opposizione, questo ovviamente non significa stare con le mani in mano, ma fino ad oggi dai 5 Stelle non sono arrivate proposte programmatiche, c’è stato da parte loro solo un’occupazione militare di tutte le poltrone”.

Qual è la sua idea? Al Pd conviene stare alla finestra in una posizione depressiva come scrive Piero Ignazi? “Accordi non se ne fanno, se arrivano proposte programmatiche compatibili con i principi del Pd e con le risorse disponibili il Pd potrebbe anche aprire al dialogo, credo però che non possa essere sempre il Pd ad assumersi per senso di responsabilità la guida del Paese. La Legge Fornero nasce in un momento in cui lo Stato rischiava di fallire e di non poter pagare più le pensioni. Ma oggi cambiali in bianco non se firmano più”.