Si chiama “Meditatio”, la mostra collettiva, a cura di Angelo Pantaleo con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e di Anna Paola Giuliani, inaugurata questa sera al Palazzetto dell’Arte.
Meditatio è un tempo per riflettere, per ascoltare e per far vibrare la voce dei vari linguaggi visivi e l’essenza, senza sprecarne le parole. Pantaleo cita il Vangelo di Matteo 6,7.
La ricerca del sacro si traduce in estetica, ma soprattutto in verità cercata, nella notte silenziosa, di un pensiero insonne e ossessivo, un’esigenza intangibile che scorre fluida fra l’acqua e il sangue della mistica del costato trafitto della passione, del rosso e del blu, come nella nuvola di Ida Carlone, con una pausa lunga tre giorni nell’esperienza del nero che incide il capo segnato da una corona di spine, la pausa del nero è il tabernacolo del silenzio come nelle opere di Giuseppe Negro, un tempo bruciato dal peso dell’egoismo, dall’avarizia. Non solo arte polimaterica in mostra.
“A mezzogiorno si fece buio”, il paesaggio diurno si scurisce e nella feritoia della passione i paesaggi informali di Salvatore Lovaglio ne segnano il luogo di una Terra detta Santa.
In questo tempo di meditatio, gli oggetti di uso quotidiano come la coperta del giovane e talentuoso artista Antonio delli Carri.
Opere molto diverse in esposizione, ma ciascuna propone una propria visione della meditazione.
Dal tempo misurato dell’amore e degli ex voto di Leon Marino all’opera di Nelli Maffia, dal titolo porca Eva, una madre peccaminosa dentro una homepage. Bellissima l’opera in bronzo di Pino Di Gennaro.
Da non perdere, visitabile per tutto il periodo pasquale ed oltre, fino al 7 aprile.