È giallo sul decesso di un detenuto nel carcere di Foggia. La procura dauna ha infatti disposto l’autopsia per Matteo Curci, 57enne di Cerignola che ha perso la vita mentre si trovava nel penitenziario a scontare una pena per furto, estorsione e altri reati. Sarebbe tornato in libertà nel 2026 anche se la difesa puntava a uno sconto, ma l’uomo è morto nei giorni scorsi (fine febbraio) collassando improvvisamente nell’infermeria della casa circondariale dove si trovava per presunti dolori a un dente.
Giuseppe Perrone, legale dei familiari, ha nominato un proprio consulente medico che assisterà all’esame autoptico affidato dai medici dell’istituto di medicina legale dell’università di Foggia.
“La famiglia non vuole colpevolizzare nessuno, bene chiarirlo, ma intende che si faccia chiarezza sulle cause del decesso – ha detto a La Gazzetta del Mezzogiorno l’avvocato -. Dalle prime informazioni pare che Curci fosse stato portato nell’infermeria del carcere per problemi ad un dente. Gli sarebbe stata praticata un’iniezione ma in seguito si è sentito male ed è collassato. Inutili i tentativi di rianimarlo”.
Perrone ha dato atto al sostituto procuratore Vincenzo Bafundi di essersi immediatamente attivato per disporre l’autopsia che dovrà far luce sulle cause del decesso. “Ho scelto di nominare un mio consulente medico che assista all’esame: l’interesse dei familiari di Curci, ribadisco, è capire come mai all’improvviso il loro caro sia morto, visto che le sue condizioni di salute erano ottime, non soffriva di alcuna patologia particolare, tanto meno di problemi cardiaci che potrebbero averne causato il decesso. È sempre stato un detenuto modello, comportandosi in maniera corretta, rispettosa ed anche laboriosa all’interno del carcere, tant’è che da diversi mesi lavorava in cucina come aiuto cuoco”.
Saranno ascoltati i detenuti compagni di cella e chi era con Curci nelle ultime ore di vita per verificare se avesse manifestato qualche problema particolare.