
Nuova aggressione ieri sera nel carcere di Foggia ai danni di un agente di polizia penitenziaria. L’ultimo episodio si è verificato poco dopo le 21 nella quarta sezione giudiziaria dove un agente in servizio è stato aggredito e malmenato da un recluso che aveva chiesto di essere visitato da un medico accusando un presunto malore. Il detenuto – di origini baresi – dopo aver chiesto di recarsi in infermeria, è andato in escandescenza per aver atteso troppo l’intervento dei sanitari e perché a suo dire pretendeva che l’agente di servizio in quel reparto doveva consentirgli di recarsi immediatamente dal medico. All’atto dell’apertura della cella, il detenuto è andato su tutte le furie aggredendo il poliziotto penitenziario con ripetuti colpi al viso e al capo. La vittima è stata accompagnata successivamente presso gli Ospedali Riuniti di Foggia dove si trova tuttora in osservazione in attesa di prognosi. Solo con l’intervento del Comandante di Reparto e l’alta professionalità messa in campo dai pochi baschi azzurri in servizio, si è scongiurato il peggio, ristabilendo l’ordine all’interno dell’istituto.
Alcuni detenuti, dopo l’episodio, in segno di protesta contro il personale, hanno scagliato brande e materassi delle proprie celle contro gli arredi di un’area riservata alla polizia penitenziaria. Nel carcere di Foggia sono una quindicina le unità che vigilano su oltre 400 detenuti.
Da tempo il sindacato Co.s.p. denuncia episodi di violenza ai danni del personale a causa del sovraffollamento del penitenziario foggiano e delle carenze strutturali dovute agli organici ridotti ormai a poche decine di unità. Il segretario generale nazionale del sindacato Domenico Mastrulli chiama alle proprie responsabilità il Dipartimento e il Provveditorato regionale.
“Nel penitenziario – spiega Mastrulli – oltre alle precarie condizioni igienico sanitarie, i sistemi di video sorveglianza e antintrusione sono in attesa di ammodernamento attraverso finanziamenti che non arriveranno mai. In Italia sarebbero oltre mille gli agenti penitenziari aggrediti negli ultimi mesi. Questi sono gli effetti della cosiddetta vigilanza dinamica, delle celle aperte, e dei benefici premiali concessi a manica larga ai detenuti nonostante i gravi episodi che si verificano nelle 230 prigioni italiane e nelle 12 strutture di Puglia e Basilicata”. Il sindacato continuerà a vigilare e a denunciare: “Se necessario – conclude Mastrulli – scenderemo nuovamente in piazza per manifestare contro un sistema carcerario diventato ormai ingovernabile incapace di difendere i propri uomini e le proprie donne”.