
In un anno nel distretto di Corte di Appello di Bari gli omicidi volontari sono aumentati da 79 a 99 e i femminicidi da 19 a 25. Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
“L’aumento crescente dei reati di omicidio volontario (20 in più dal giugno 2015 al giugno 2017) potrebbe far dubitare, nonostante la sensibile diminuzione di taluni reati (estorsioni, usure, rapine), nel miglioramento della sicurezza collettiva in ambito distrettuale. Tuttavia, – evidenzia – occorre correlare quei dati con gli esiti delle indagini, che, generalmente, hanno assicurato in tempi rapidi alla giustizia i responsabili degli eventi delittuosi (come dimostra l’aumento sensibile dei procedimenti con autore noto), restituendo alla collettività un tasso elevato di percezione della propria sicurezza”.
FOGGIA
Il dato foggiano conferma l’allarme crescente per i reati che avvengono nel territorio dove c’è criminalità organizzata e mafia garganica. “La criminalità organizzata pugliese è essenzialmente caratterizzata da strutture disomogenee, dedite localmente ai settori estorsivi, al narcotraffico e all’usura – spiega nella sua relazione Riccardo Fuzio, Procuratore generale della Corte suprema di cassazione -. I gruppi criminali presentano equilibri interni alquanto precari a causa dell’assenza di capi carismatici; tale circostanza determina periodicamente l’insorgere di tensioni e scontri, che si traducono spesso in episodi di sangue”.
“Tuttavia, in alcune aree della regione (con riferimento alla ‘Società Foggiana’, nonché ad alcune propaggini della Sacra Corona Unita nel brindisino e nel leccese), si possono individuare strutture connotate dall’esistenza di gerarchie interne e suddivisione dei ruoli, capaci di elaborare strategie comuni più qualificate e di infiltrarsi nel tessuto economico-imprenditoriale, con particolare riguardo al settore degli appalti e alla gestione di servizi di sicurezza”.
“Particolarmente allarmante è la situazione nella provincia foggiana, soprattutto nell’area garganica, dove sono in corso violente contrapposizioni tra gruppi criminali e si è registrato un incremento degli atti intimidatori ed attentati commessi nei confronti di attività commerciali e amministratori locali”.
DROGA: L’ASSE CON L’ALBANIA
“Le principali voci del ‘fatturato criminale’ sono rappresentate dai profitti che derivano dal traffico di stupefacenti (soprattutto con la limitrofa Albania) nonché dalle tradizionali attività delle estorsioni e dell’usura. La cooperazione con le consorterie dell’est europeo ha contribuito ad incrementare le attività legate al traffico di stupefacenti, che continua ad utilizzare gli stessi canali che negli anni ’90 venivano sfruttati per il contrabbando di tabacchi”.
“Le coste pugliesi – continuano i magistrati – si stanno rivelando, inoltre, snodi essenziali delle rotte seguite dalle organizzazioni di narcotrafficanti italo-albanesi per il trasporto della marijuana, anche a bordo di velivoli ultraleggeri. Si segnala, poi, l’attualità del traffico di clandestini sulla rotta adriatica, generalmente finalizzato allo sfruttamento della prostituzione o del lavoro nero (con particolare riferimento al cd. fenomeno del ‘caporalato’). Continua a crescere anche l’interesse da parte delle organizzazioni criminali nei settori del gioco d’azzardo e delle scommesse (anche on-line), come pure nel campo delle energie alternative, spesso oggetto di attività estorsive per via delle rilevanti sovvenzioni elargite”.
“Dal punto di vista prettamente ultra territoriale, le investigazioni nel tempo hanno rilevato che organizzazioni criminali pugliesi hanno punti di contatto in diverse regioni, ed in particolare in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Benché in misura ridotta rispetto alle altre matrici mafiose, da tempo si è rilevata l’operatività all’estero di diverse frange di gruppi criminali pugliesi, attive soprattutto nel traffico di stupefacenti e nel supporto ad eventuali latitanze. Queste ramificazioni risultano dislocate nelle aree di consueto maggiore interesse strategico per il narcotraffico (Albania, Paesi Bassi, Spagna) e nell’ultimo periodo anche in Francia, Danimarca e Germania, nonché nel Sud America”.