di ANTONELLA SOCCIO
Ultime ore di limbo per l’onorevole Angelo Cera, la cui formazione politica con Lorenzo Cesa, come è noto, è posizionata nel centrodestra nella quarta gamba berlusconiana di Noi con l’Italia. Il parlamentare uscente centrista sammarchese ambisce alla capolistatura plurinominale alla Camera e al dominio del collegio uninominale Foggia-Gargano, sostenuto da tutta la coalizione di centrodestra, in danno così alle speranze di Michaela Di Donna e Luigi Miranda. È Cera il vero ostacolo per i due quarantenni azzurri (Miranda è anche più giovane, classe 1980).
Non ci sta ai veti e alle continue indiscrezioni su suo figlio Napi Cera in Regione, in maggioranza con Michele Emiliano. E lo spiega con forza a l’Immediato. “Sono due situazioni diverse, il regionale è una cosa a se stante, a parte, che si è consumata in un altro momento. Non abbiamo scelto il Pd, con la lista Popolari, abbiamo scelto il candidato presidente Emiliano. Con un centrodestra fracassato e diviso tra il professor Schittulli e altri, abbiamo ritenuto di fare quella operazione, che si sta consumando per fatti propri, non può essere questa l’occasione di ripetere continuamente che noi abbiamo sposato la politica dei due forni. Abbiamo visioni diverse. Oggi al nazionale, il 99,9% dell’Udc ha seguito Cesa e non Casini, chi sta con lui e Lorenzin come Scalera lo ha fatto per ragioni personalissime, non politiche. Io credo che prenderanno lo 0,06%”.
Come si concluderà la sua vicenda? Cera è schietto: “ La mia vicenda è una vicenda che è legata al mio partito per il proporzionale come capolista, non fosse altro per il fatto che sono un deputato uscente del territorio; per quanto riguarda l’uninominale di collegio sarà la coalizione di centrodestra a decidere, ma c’è un’altra situazione che non va esclusa e cioè che bisogna incrociare Camera e Senato. Poniamo il caso che al Senato ci sia Tarquinio, è di Foggia e non può essere diversamente, alla Camera non può esserci un altro candidato pure foggiano, altrimenti Foggia se la canta e se la suona, potrebbe essere un inghippo. Alla Camera occorrerà incrociare col Gargano”.
E aggiunge: “Non ho reclamato per la quarta gamba due collegi, ma ho parlato dell’ipotesi di avere due foggiani nelle due camere. Nella IV gamba siamo al 20%, è la formazione che fa vincere le elezioni al Sud. Forza Italia alle regionali s’è fermata al 15% e gli altri, Fratelli d’Italia e Salvini, sono due partiti fantasma, da soli non possono vincere da nessuna parte. I due collegi su cinque sono scontati, ce li meritiamo: tutti quanti nelle tre gambe sono così forti di pensare di stare in un collegio bicchiere, ma chi rappresentano sul Gargano? Se il meccanismo è quello dell’imposizione, alla fine lo prenderò. La notizia vera è un’altra: l’Udc ha messo a disposizione della IV gamba delle donne qualificate, 6 candidate per il Parlamento. Il comitato provinciale ha infatti deliberato all’unanimità l’indicazione di Maura Di Salvia, Giuseppina Falcone, Rossella Fini, Rita Gallo, Porzia Pinto e Stefania Vurchio, quali opzioni alle elezioni politiche del 4 marzo”.
Intanto il consigliere comunale Leo Iaccarino smentisce il suo possibile apporto alla Lega. “Ho dato disponibilità al partito di una mia candidatura di servizio. Escludo di dare un appoggio alla Lega Nord, mi imbarazza questa ipotesi anche se sono molto amico di chi potrebbe essere candidato nelle loro fila. Secondo il mio parere saremo il primo partito nel territorio di Foggia, non andremo sotto il 15%, ma siamo vicini al 20%. Rispettiamo la cornice nel centrodestra, ma saremo determinanti. Io spero si concretizzi con la candidatura di Angelo, Tarquinio sarà candidato inevitabilmente al Senato. La nostra è una richiesta esplicita, ce la meritiamo. Mai farò votare per la Lega, è contro le mie ideologie”.