Ingroia cerca candidati in Puglia, in Campania Vassallo risponde picche

Non solo Piattaforma Rousseau e Movimento 5 Stelle. Sta tenendosi in queste ore in Puglia, attraverso i video meeting del portale Zoom, una assemblea partecipata “digitally smart” della “Lista del Popolo-La mossa del cavallo”, il movimento fondato da Antonio Ingroia, Giulietto Chiesa e Sandro Diotallevi, che intende presentarsi alle prossime elezioni politiche e sta reclutando candidati nei listini plurinominali e nei collegi uninominali.

In altre regioni d’Italia a cominciare dalla Sicilia, il movimento, che nasce come prosecuzione di Azione Civile del pm siciliano, ha già calamitato attorno a sé associazioni e reti civiche del mondo sicilianista e sovranista nonché diversi delusi fuori-usciti dal Movimento Cinque Stelle.

Tavaglione (sindaco Peschici) e Vassallo

In Puglia il motore dell’operazione è l’avvocato di Monopoli, Giuseppe Angiuli, che ha già contattato alcuni professionisti foggiani un tempo legati all’Italia dei Valori e transitati per un breve periodo nei primissimi meetup pentastellati. Tra gli ideologi del movimento l’economista e giornalista Alberto Micalizzi, che ha stilato un lungo programma per “uscire dalla gabbia” del fiscal compact e dell’austerity. Antonio Ingroia (già nel 2013 provò con la Rivoluzione Civile che si fermò al 2,2%) sta cercando di entusiasmare personalità di spicco. In Campania aveva sperato nell’adesione di Dario Vassallo, fratello del sindaco Pescatore Angelo Vassallo, ucciso dalla mafia. A l’Immediato, però, Vassallo, legatissimo al civismo pugliese di Michele Emiliano e ai sindaci di Peschici e Lesina oltre che ad Italo Magno a Manfredonia, ha confermato il suo diniego. Per lui, la rete della Fondazione Vassallo, come in Puglia per i civici di Leo Di Gioia e Antonio Nunziante, sta cercando varchi nel Pd, dentro il patto con la società civile. “Ingroia  mi ha chiesto di candidarmi e dopo 2 giorni di riflessione ho risposto di no”, ribatte secco Vassallo.

Ebbene, quella di Ingroia vuol essere una lista di gente normale, “non esaltata né ladra”. Il salto del cavallo del nome è anzitutto un “salto di paradigma” spiegano i responsabili dell’organizzazione. Rispetto all’equivocabile teorema di “uscita dall’Euro”, proposto dalla Lega e in parte carezzato dal M5S, la Lista del Popolo avanza la priorità dell’”uscita dal debito”, essendo il debito – non l’Euro in sé – il vero perno sul quale le oligarchie finanziarie agiscono per esercitare una “governance” etero-diretta del Paese e imporre un fittizio bisogno di austerità alla popolazione. “Il Salto di Paradigma fa leva sulle contraddizioni dei Trattati, sugli spazi esistenti e su una strategia innovativa di messa in fuori gioco dell’Euro e delle relative istituzioni piuttosto che sul proposito di combatterle frontalmente, una scelta che si rivelerebbe tragicamente sbagliata come il caso della Grecia ci ricorda”, si legge in uno dei punti del programma.

Lista del popolo, Giuseppe Angiuli

L’applicazione del 3 punto del fiscal compact, cioè la riduzione del debito pubblico al 60% del Pil, equivale semplicemente a sottrarre liquidità dal sistema economico imponendone il collasso finanziario! l’unica soluzione possibile è quella di congelare il debito pubblico relativo a titoli verso l’eurosistema e ridenominarlo «emissione di moneta», considerandolo uno stock perpetuo infruttifero da inserire tra le fonti di finanziamento del tesoro.

Il settore bancario dell’Eurozona detiene la metà del debito pubblico italiano. Si tratta del risultato inevitabile prodotto dall’art 123 TUE comma 1 che impedisce ai Governi di finanziarsi tramite ricorso diretto alla banca centrale. In altre parole, questo debito nasce a fronte di emissione di moneta fiat – creata dal nulla – che la banca centrale ha prestato alle banche commerciali affinché queste sottoscrivessero titoli del Tesoro.

Secondo Ingroia, Micalizzi e Chiesa oggi la soluzione potrebbe essere Cassa Depositi e Prestiti, che è una banca a tutti gli effetti, ed è pubblica dato che è posseduta all’82% dal MEF. CDP è oggi il principale strumento di credito alle piccole e medie imprese, con oltre 100 miliardi di finanziamenti alle imprese a fine 2016.



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