
È già sorta una pagina social con un’immagine di copertina esilarante: un trenino del divertentismo di San Silvestro con Fedele Sannella, Raffaello Follieri e don Pasquale Casillo a festeggiare il “Capodanno alla Tamma aspettando il closing”. A poche ore dalla partita Foggia-Frosinone non si parla d’altro in città dopo le indiscrezioni su una possibile cessione del pastificio Tamma da parte dei fratelli Sannella alla famiglia Pallante della Pasta Reggia di Caserta.
Poco più di una “bufala” ripete infastidito a l’Immediato il presidente del Foggia Lucio Fares, che dell’acquisizione dei Sannella dell’allora Tamma morente e indebitata fu il grande ispiratore e consulente. “Non so come sia uscita questa notizia, di vero c’è che abbiamo avuto un incontro ieri sera alle 20.30 con la Deutsche Bank per alcuni finanziamenti. Franco Sannella vuole proseguire nel programma di investimenti”.
Il commercialista presidente del Foggia Calcio e procacciatore d’affari Fares non nega che alcuni imprenditori molitori meridionali possano essere interessati alla Tamma, così come non smentisce la possibilità che Franco Sannella possa essere orientato a vendere la quota maggioritaria del pastificio. Ma osserva: “Siamo ancora nel limbo”. E aggiunge: “L’azienda oggi vale molto di più rispetto all’acquisto, è stata risanata. I Sannella ragionano da imprenditori: se viene uno e te la paga, che fai? Ma siamo nel campo dell’ipotesi, quella della pasta è un’industria molto dinamica. Con Pallante c’è stato un semplice colloquio, la Pasta Reggia è in espansione”. Qual è il prezzo di riserva dei Sannella? “Non se n’è parlato di prezzo di riserva, stiamo proseguendo con i programmi di investimento. Ma un imprenditore ha l’obbligo di valutare le proposte che arrivano. È stato un colloquio tra pastai”.
Fares fuga i dubbi anche sull’ingresso dei Follieri nel 50% del Foggia Calcio. I termini non sono scaduti. “Si sono sentiti gli avvocati, entro la prima decade di gennaio chiuderemo”, taglia secco.

In questi anni, tra i due fratelli Sannella c’è stata una divisione di campo nel business. Fedele ha deciso di occuparsi quasi interamente dei vini della sua cantina Coppadoro, che in questi giorni natalizi fanno bella mostra nei 6×3 con Luca Sardella, mentre a Franco è rimasto l’onore della pasta e del calcio. Chi conosce bene quest’ultimo sa che il suo fiuto potrebbe condurlo a vendere il pastificio ora che può guadagnarci.
Pasta Reggia, main sponsor della squadra di basket JuveCaserta, del resto è una importante realtà industriale del Meridione con un fatturato di settanta milioni di euro e novanta addetti, caratterizzata da una grande diffusione anche sui mercati esteri. Quella della famiglia Pallante è una storia di mugnai irpini (Irpinia – Avellino) che, già nel 1949, nel primo mulino a palmenti alimentato ad acqua con annesso pastificio, producevano 25 quintali di pasta al giorno. Fedele alla tradizione pastaia, la famiglia è giunta oggi alla quarta generazione. L’attuale pastificio, sito in prossimità della Reggia di Caserta – dimora storica dei Borbone di Napoli proclamata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO – produce 2.900 quintali giornalieri, selezionando ancora pregiate semole processate nella miglior combinazione tra tradizione e tecnologia.
Al momento in provincia di Foggia la Pasta Reggia si trova solo sugli scaffali della GdO irpina Decò, che non ha fatto mistero di voler aprire nuovi punti vendita tra Foggia e San Severo. Da tempo gli uomini di Decò sono alla ricerca di superfici da 1000 metri quadrati anche per investimenti immobiliari.
Ebbene, l’azienda di Corso del Mezzogiorno non solo è stata risanata, ma ha cominciato a produrre utili. E fa gola a chi vuole crescere, con tutti i finanziamenti in arrivo per le filiere corte territoriali. La pasta Tamma con la spinta anche del calcio è passata dall’1% del layout dei punti vendita a ben il 30%. Ma essere sullo scaffale non significa vendere.
È arrivato il momento più difficile e Tamma rispetto ad altri competitor è del tutto assente nei contratti di filiera. Nei mesi scorsi la governance si era rivolta alla Roncaglia Above Communication per il rilancio della marca per riposizionare il brand pugliese con nuovo prodotto, il cui nome avrebbe dovuto rinviare alla territorialità. Ma ad oggi non si hanno notizie. Anche perché c’erano in ballo condotte strategiche contrastanti e alternative. Restare una pasta “popolare” cercando di vincere la sfida con Granoro o cercare la qualità e le nicchie di mercato? Abbandonare la fascia di prezzo sotto i 50 cent per aggredire con una linea tutta nuova per qualità sensoriali, packaging e posizionamento nuovi mercati sopra i 50 cent non è un affare semplice.
Stava seguendo questi ragionamenti Pino Stefanini il responsabile commerciale della Tamma, il quale alla nostra testata web si è detto stupefatto per la news della cessione. “Non ne so assolutamente niente, sono un profano come gli altri lettori, lavorando per Tamma penso che qualcuno mi informerà se venderanno. Quei progetti imprenditoriali continuano. Tutti possono essere interessati ad un pastificio moderno come quello di Tamma, ma da qui a vendere ce ne vuole. La Pasta Reggia non è certo una pasta di qualità, è un prodotto medio basso”.