“Mi candido contro chi si prostituisce per una poltrona”. Tarquinio pronto a un’altra campagna elettorale

Concluderà la sua prima legislatura al Senato da capogruppo dei dieci parlamentari della quarta gamba di Noi con l’Italia. Il senatore fittiano Lucio Tarquinio, a 68 anni, ha scelto di essere nuovamente della partita alle prossime Politiche, perché, spiega a l’Immediato, sente di “essere ancora in efficienza”. “Non mi pare che siano nati dei geni politici nel nostro territorio. Potrei apprezzare umanamente molti rappresentanti della provincia di Foggia, ma non c’è chi svetta. Nessuno è un genio, sono tutti come me. Vedo in giro solo molto qualunquismo”, asserisce.

Tarquinio, mentre è consapevole che è già “preparato il Gentiloni bis, se non ci sarà nessun vincitore”, sarà proposto e candidato al plurinominale e al collegio uninominale senatoriale di Foggia, ma è sulle preferenze che vuole battersi. “Sono convinto che arriveremo al 4 per cento. So che contro di me si scatenerà tanta antipolitica. Ma vorrei spiegare che quando qualcuno è votato, vuol dire che il popolo lo vuole in quelle postazioni. In questi anni siamo stati sempre all’opposizione, dappertutto, anche al Comune. Noi non abbiamo gestito, gestione non ce n’è stata”.

Del resto, nella sede fittiana di Via Trieste a Foggia il coordinatore Mimmo Verile lo dice chiaramente in maniera fideistica: “Levati dalla testa di non candidarti. Tarquinio sei una colonna”.

Mimmo Verile

In questi cinque anni, il parlamentare foggiano ha interpretato a Palazza Madama un ruolo politico, tentando di fare interventi significativi in aula. “Ho il coraggio di dire sempre quello che penso, quando parlo non vola una mosca”, rimarca.

È ancora “offeso” dalle polemiche scatenate sui social sul suo emendamento contro Flixbus poi ritirato. “Adesso non parlano più, fui lungimirante. Stanno arrivando le regole anche con Uber, non si può vivere solo con la piattaforma, facendo concorrenza sleale. Le aziende chiudono, il problema non è solo pugliese è nazionale. La gente parla sui social network come se fossero chiusi in una stanza, senza capire o confrontarsi”.

Che legislatura è stata la XVII? “C’è stata tanta precarietà, si è arrivati in aula, senza confronti, a colpi di fiducia, con leggi tutte bloccate, non si recepiva nessun emendamento. È stata una legislatura molto tormentata, noi abbiamo cercato di mantenere la bussola, ma le differenziazioni nacquero sulle riforme. E su temi politici, non credevamo al patto del Nazareno. Vedevamo più di tutti la verità di un Renzi inaffidabile”.

Tarquinio, che ha votato il presidente democristiano Sergio Mattarella, non ritiene che la legislatura sarà allungata di altri 20 giorni per consentire l’approvazione dello Ius soli. “Lo Ius Soli non passerebbe mai, perché al Senato nel Pd non c’è accordo, Zanda lo sa bene. È difficilissimo, dovrebbero convincere i dissidenti promettendogli la ricandidatura con elezione assicurata, ma il Pd non può assicurare niente”. Lei lo avrebbe votato?  “Non so, lo avrei votato con molta indecisione, c’è una positività in quella legge, anche nel centrodestra c’era chi era a favore”.

Lucio Tarquinio

Sul piano politico Tarquinio, grande amico di Matteo Salvini, vede la Lega “in rallentamento”. “Quello della Lega è un voto nordista, ma Berlusconi sta recuperando al Nord. La Lega sta cercando di fare uno sforzo ulteriore al Sud”. Ma nessuno è mai andato da lui a proporgli candidature salviniane. “Io sono inavvicinabile, conosco Raffaele Fitto da quando ventenne nel 1990 entrò in consiglio regionale. Ho provato amarezza nel vedere che molti lo hanno lasciato, ma era inevitabile, quando è festa siamo tutti amici, quando non lo è, la gente se ne va”.

Una cosa lo ha sorpreso. “Berlusconi sembra davvero immortale. Una massa di elettorato non va più a votare. E buona parte di quell’elettorato scettico e sfiduciato sono moderati, se non fosse così avrebbero votato i cinque stelle. Per questo dobbiamo riconquistarli e portarli alle urne, quello ai Cinque Stelle è un voto pericoloso, non hanno mai amministrato neppure un condominio. Chi affiderebbe una Ferrari ad una persona che non ha mai guidato e non ha la patente? Se chiedessero a Raffaele Fitto di diventare presidente del Consiglio, direbbe che a 48 anni non è ancora pronto eppure è stato presidente di Regione e Ministro”.

Secondo Tarquinio, il momento più difficile della legislatura “è stato rompere con Forza Italia”. Una “scelta dolorosa”, la definisce. Ma oggi il centrodestra si sta ricompattando nelle sue rotture.

A tal proposito evita con cura di parlare della maggioranza del Comune di Foggia, perché “sarebbe antipatico”. Lo farà ad elezioni concluse. Sebbene potrebbe trovarsi a far campagna elettorale fianco a fianco a Michaela Di Donna. Ma non teme l’accostamento. Anzi scherza. “Affronteremo temi politici nazionali”.

Non ha paura neppure del clima antipolitico. “Io sono un antico, non sono sui social. Se qualcuno mi deve dire una cosa me la dica in faccia. Non si può essere soddisfatti di questa gestione di Michele Emiliano. La Regione non sta bene. Cosa è arrivato in questa provincia? Sono quasi 15 anni che il centrosinistra governa. Col centrodestra, almeno non abbiamo perso posizioni”.

Rivendica alcune battaglie sul Poligrafico. Per l’etichettatura, le commesse. “Sono battaglie che ho fatto da solo. Molti emendamenti sono opera mia, ma io non faccio propaganda. L’amministratore delegato sta mettendo mano seriamente all’istituto, sta recuperando posizioni occupazionali. Nel 1990 eravamo 1360 dipendenti, ero il capo del personale. Poi presi l’aspettativa, ma costo nulla alla Cartiera, mi hanno prorogato anche la pensione, mi pensionerò nel 2021 in pensione”.

Il senatore era pronto ad accettare con filosofia anche la legge contro i vitalizi. “Con 23 anni in Regione ho versato oltre 300 mila euro, io ci avrei guadagnato. Ma possiamo dire la stessa cosa per una povera vedova a cui avrebbero ridotto della metà la pensione del marito parlamentare? Ridurlo drasticamente in modo retroattivo mi sembra ingiusto. Ma la legge non sarebbe mai passata. Al Senato non c’è la foga della Camera. A 40 anni le cose si vedono con meno impeto. I grillini cresceranno, perché la canea è quella, il malessere è enorme, ma se andassero al governo acuirebbero solo i problemi. Sono pronto a correggere i vitalizi, dico anzi: prendetevi anche la mia pensione, lasciatemi solo quella del Poligrafico, tanto sarò comunque massacrato. Ma sui temi caldi ci siamo sempre stati, fui l’unico ad esprimermi sulla Quarta mafia: io mi sottopongo sempre al voto degli elettori”.