L’ingegnere e attivista pentastellato Marco Pellegrini con il comitato trasversale Appelliamoci! ha incassato il trentatreesimo sì da parte di un Comune della provincia di Foggia all’adozione di una delibera consiliare di richiesta della istituzione della sezione distaccata della Corte d’Appello. Ieri l’assise di San Severo ha approvato all’unanimità l’istanza del comitato per la richiesta di istituire a Foggia le sezioni distaccate di Corte d’Appello, DDA, Tribunale dei minorenni e DIA.
Proprio Pellegrini prima dell’inizio del Consiglio comunale della città dei campanili ha filmato il sindaco Francesco Miglio in un video messaggio, nel quale il primo cittadino spiega il senso dell’azione politica e della deliberazione della sua amministrazione.
“È una richiesta antica ma che oggi è diventata ancora più importante dopo la certificazione che in provincia di Foggia vi è la quarta mafia, non meno pericolosa di quella calabrese, napoletana e siciliana e che essa richiede un livello di indagine e di investigazione più elevato che solo l’istituzione di una DDA (Direzione distrettuale antimafia) può assicurare – ha specificato Miglio -. E siccome la DDA insiste in luoghi in cui vi è la Corte d’Appello oggi più che mai diventa improcrastinabile la nascita di un momento preliminare atto all’istituzione della DDA. Il Comune di San Severo con la sua espressione più autorevole, cioè il Consiglio comunale, dice questo nella delibera. Questo è l’input per avviare una rivendicazione di cui il territorio ha già dato prova nel passato rispetto ad altre importanti richieste, che pure hanno goduto dell’attenzione del Governo. Ritengo che anche sulla Corte d’Appello il Governo debba destinare alla provincia di Foggia e alle nostre comunità quella attenzione necessaria per avere un territorio sicuro, controllato e che sia nelle condizioni di poter fronteggiare il fenomeno criminoso che si va a strutturare in maniera molto pericoloso. È utile ed è cosa buona spendersi tutti quanti insieme”.
Marco Pellegrini sull’argomento aveva anche investito la senatrice pugliese del M5S Daniela Donno, la quale, il 27 novembre 2017, nella seduta n. 910, insieme ai colleghi Gatti, Crimi e Giarrusso ha interrogato i Ministri dell’Interno e della Giustizia sulla possibilità di istituire la Corte d’Appello. Nella interrogazione si dà spazio ad una elencazione di annosi problemi. Dai “sodalizi mafiosi che delinquono nell’ambito del traffico dei rifiuti, delle armi e degli stupefacenti (in cui sono diventati leader nazionali per ciò che riguarda marijuana e hashish) sino all’usura”. Proseguendo con i traffici “delle estorsioni, delle truffe alle assicurazioni, delle rapine (con assalti ai portavalori e banche in tutta Italia, rapine a tir, banche e aziende, eccetera), ricettazione, riciclaggio, caporalato, sfruttamento della prostituzione e, infine, nei settori degli appalti pubblici, dell’edilizia, delle energie alternative”. “La situazione è nota al Consiglio superiore della magistratura (CSM) e anche ai massimi organismi istituzionali preposti al contrasto delle mafie. Infatti, il procuratore nazionale antimafia uscente, Franco Roberti, negli scorsi mesi ha dichiarato che in provincia di Foggia si è da tempo affermata e insediata “una quarta mafia, con caratteristiche diverse ma altrettanto forte, organizzata e se possibile ancora più impenetrabile” (“la Repubblica” del 7 marzo 2017) rispetto alle altre presenti nel resto d’Italia. Conclusioni altrettanto preoccupati sono state espresse più volte dall’ex questore dottor Silvis e dalla Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, dopo la missione a Foggia del 27 aprile 2017”.
La senatrice e gli altri portavoce hanno fatto riferimento all’opportunità “che i magistrati della DDA siano presenti più stabilmente presso le sedi della Procura ordinaria, al di là degli impegni di udienza”.
“Il Procuratore Generale della Corte di Appello di Bari, dando atto dell’ottima collaborazione tra il Procuratore Distrettuale Antimafia e il Procuratore di Foggia, ha auspicato una rivisitazione dei modelli organizzativi della DDA fondandoli su una presenza sul territorio da parte della Procura Distrettuale costante e quotidiana, che risolverebbe il problema del flusso immediato delle notizie tra Procura ordinaria e Direzione Distrettuale Antimafia”. Infine, il CSM ha scritto che “per le ragioni sopraesposte va favorito ed incentivato, in linea con la normazione secondaria del CSM, il sistema dell’applicazione di sostituti Procuratori della Procura Ordinaria alla D.D.A.; su tali applicazioni non può non esprimersi una valutazione positiva, in quanto, disponendo le applicazioni o le coassegnazioni in sede, si può concorrere alla formazione di professionalità anche in vista del successivo turn over nella Direzione Distrettuale Antimafia”. La senatrice cita anche l’Immediato in un articolo del 18 ottobre 2017 scorso, quando riprende il forte assoggettamento al crimine, che, sul versante giudiziario, si traduce in comportamenti omertosi delle vittime con conseguenti difficoltà investigative e di accertamento giudiziale. Le denunce sono pressoché inesistenti e i pochi cittadini che le presentano quasi sempre in sede processuale ritrattano.