Alla sbarra Giovanni Trotta, l’ex prete ed allenatore di una squadra di calcio a Pietramontecorvino e a Casalnuovo Monterotaro. Dopo la condanna in primo grado a 8 anni di reclusione e 64mila euro di multa per le violenze ai danni di un bambino di 11 anni, ora l’uomo deve rispondere per altre accuse. Ieri in tribunale a Foggia, tre minorenni, tutti tra i 14 e i 16 anni, hanno confermato, in lacrime, gli abusi. Foto nudi scattate a casa di Trotta, atti sessuali, violenze. I ragazzini hanno raccontato tutto nei minimi dettagli, senza i genitori ai quali è stato chiesto di uscire dall’aula dagli stessi figli. In questo processo, il secondo a carico dell’ex sacerdote, si parla di altri nove casi di abuso verso altrettante vittime. Fatti risalenti al 2014.
L’uomo, approfittando delle lezioni private e del suo ruolo di prete e allenatore, avrebbe filmato i bambini durante atti sessuali. A casa sua gli investigatori ritrovarono un’impressionante serie di materiale pedopornografico. “Don Gianni”, così era conosciuto, è accusato anche di pornografia minorile e divulgazione di materiale pornografico e adescamento di quattro 12enni attraverso WhatsApp e Facebook.
Il materiale sequestrato a Trotta venne definito dagli inquirenti “agghiacciante” per i contenuti sia delle foto che delle chat con le piccole vittime costrette a produrre materiale pedopornografico, che veniva realizzato, con continue sollecitazioni, all’interno della abitazione dell’uomo, su un soppalco, attraverso rappresentazioni di pornografia minorile prodotte mediante lo sfruttamento sessuale dei minori, effettuate con il telefono cellulare, con una fotocamera digitale o prodotte, su sua richiesta, dagli stessi minori. I video venivano distribuiti e divulgati dall’ex sacerdote sia alle stesse vittime, con l’unico scopo di metterle in competizione tra di loro e di insinuare in loro curiosità di natura sessuale, sia ad altri soggetti, tutti minorenni.
Analoghi contenuti avevano le chat con le quali intratteneva costanti dialoghi con i minori di cui poi abusava, nonché con i minori che adescava in rete, con dialoghi tutti dal contenuto pornografico e pedopornografico, avviati nonostante fosse consapevole dell’età delle vittime, cui chiedeva di inviare foto degli organi genitali ed alle quali mandava fotografie che lo raffiguravano nudo, sul letto, con l’organo genitale in erezione.
L’arrestato riusciva a carpire la fiducia dei minori e la loro buona fede, oltre che la fiducia dei loro genitori, perché forte del suo ruolo di sacerdote, non avendo mai rivelato di essere stato ridotto allo stato laicale con provvedimento adottato dalla Congregatio Pro Doctrina Fidei Prot. N. 5/200 del 16 marzo 2012 per ragioni connesse alla commissione di delicta contra sextum Decalogi praeceptum cum minoribus con il quale era stato dispensato dallo stato del sacro celibato e dagli oneri sacerdotali, nonché perché conosciuto nell’ambiente sportivo, quale allenatore della ‘Società Calcio Pietramontecorvino’, costituita da minori tutti in età prepuberale e perché si proponeva quale insegnante di doposcuola dei bambini di cui poi abusava.
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