A poche ore dal vertice in Prefettura sulla vicenda della monnezza a San Severo e sullo sciopero degli oltre 100 dipendenti della Sieco, i lavoratori non cedono, dal momento che come ben sanno coloro che hanno visto la loro situazione occupazionale, non sono dotati dei minimi dispositivi individuali di protezione, con i mezzi davvero fatiscenti (portiere appese, sedili del posto guida divelti), come ha fatto notare il legale Fedele Cannerozzi. “Faccio osservare che il vestiario, per i netturbini e per coloro che hanno a che fare con la nostra immondizia, con la monnezza che produciamo noi, non sono un orpello, sono essi stessi dispositivi di protezione a tutela della salute. I lavoratori non stanno protestando, stanno legittimamente rifiutando di dare la propria prestazione lavorativa perché è in pericolo la loro salute”, ha rilevato a l’Immediato.
Alcuni evidenziano che in questi ultimi anni, il settore con i diversi cambi d’appalto sia stato anche gonfiato da assunzioni pseudo clientelari, con ben 17 netturbini in più rispetto alla normale dotazione organica. Ebbene, sul tema dei sacchetti in strada, ha chiesto di intervenire l’ex consigliere regionale Dino Marino (in foto), attuale oppositore in consiglio della Giunta Miglio ed ex candidato sindaco del centrosinistra a San Severo.
“La protesta nasce dal fatto che la città ha un parco macchine intestato al Comune ormai obsoleto e i dipendenti non hanno un vestiario anti infortunistico adeguato – spiega in esordio -. Il problema vero in città è che non c’è una vigilanza, assistiamo impotenti ad un tirarsi in faccia le torte tra azienda e amministrazione. E chi ci va sotto sono solo i lavoratori e i cittadini che hanno la città ricolma di rifiuti. Io mi sono stufato, ho chiesto nel 2015 una riunione operativa e monotematica sul ciclo dei rifiuti e ad oggi ancora non c’è stata. Invece di posizionare la nostra politica in maniera forte, facendo partire l’Aro, con un’economia circolare che veda il rifiuto risorsa, siamo ad affidamenti temporanei, senza nessuna gara”.
Anche il prossimo affidamento sarà breve. Quale impresa investirebbe nella manutenzione dei mezzi e nella soddisfazione dei dipendenti sapendo di avere vita breve col contratto di servizi? “Io credo che la situazione sia semplice. Il Comune dovrebbe mettere in campo dei mezzi, sostituendo quelli obsoleti, che hanno almeno 10 anni. Nel luglio scorso, il Prefetto disse infatti che andava trovata una soluzione per i mezzi. L’azienda a queste condizioni non fa la manutenzione ordinaria. Il Comune dovrebbe ridurre l’erogazione di risorse all’impresa e acquistare scarpe e giubbotti ai lavoratori direttamente. Con un leasing d’affitto per due mesi, potrebbe raccogliere l’immondizia con dei mezzi nuovi”. Ma che ne pensa Marino del contrasto con il dirigente dell’impresa? “Ridurre tutto ai dirigenti mi sembra fuorviante, Iantoschi il direttore, deve eseguire delle direttive. Se manca il materiale può poco. Noi abbiamo deliberato la scuola infermieristica, ma non si fa perché non hanno pagato la rata. Questa amministrazione manca di una spinta propulsiva”. Marino critica anche il suo partito. Una parte del Pd è poco chiaro, a suo avviso sull’opposizione da fare all’azione politica di Francesco Miglio. “Stiamo da un anno e mezzo con un sindaco quasi senza maggioranza ed un consiglio poco reattivo, tolti pochissimi validi elementi. L’opposizione è sparsa, dall’altra parte c’è una maggioranza che firma la fiducia, senza che questo atto si sia mai visto nel Tuel. I consiglieri preferiscono restare in sella per gli 800 euro, anche se le commissioni non decidono nulla: la stragrande parte delle materie che arrivano in aula non passano dalle commissioni. La strategia di Miglio è quella del galleggiamento, con il problema dei rifiuti che si è incancrenito”.
Due quindi le proposte di Marino: sottrarre risorse alla ditta, per acquistare il materiale per i lavoratori e sostituire i mezzi, fittandone dei nuovi. “I lavoratori si sono prestati tra di loro i giubbotti, non hanno le scarpe anti infortunistiche. Hanno posto questo problema già a luglio, l’Asl ha scritto. C’è anche un diritto negato”. Cosa si aspetta dal tavolo prefettizio di domani, Marino? “Non so se il Prefetto possa fare qualcosa, penso che dovrebbe prendere atto del fallimento dell’amministrazione comunale. Dovrebbe commissariare questa parte, mettendo un dirigente della Prefettura a guidare il settore ambientale. Se ti mando il commissario ad acta per il bilancio, perché non devo mandarlo anche per il ciclo dei rifiuti? È una riflessione che va fatta, anche alla luce della illegittimità dell’impianto di biocompostaggio”.