L’amministrazione foggiana ha approvato lo scorso 6 novembre un avviso pubblico per una manifestazione di interesse “ai fini di esperire una indagine conoscitiva sulla disponibilità di canili autorizzati per il ricovero, custodia ed alimentazione di un numero di circa 300 cani presenti presso il canile municipale di Foggia sottoposto a sequestro giudiziario”, ormai da molti mesi.
Questa mattina alcune associazioni animaliste, che da sempre prestano soccorso ai randagi, capitanate dalla storica operatrice Terry Marangelli, hanno incontrato nella Commissione comunale, presieduta dall’eletto Antonio Vigiano, l’assessora Erminia Roberto delegata al ramo e il dirigente Nicola Ruffo.
Il clima è stato incandescente. La manifestazione d’interesse, infatti, è stata giudicata “scellerata”, perché, secondo gli animalisti, favorirebbe il trasferimento dei cani foggiani verso il canile di Vieste. Sono volate offese ai danni del dirigente, che ha dovuto difendersi urlando. “Ma quale manifestazione scellerata, è un atto pubblico, studiate il diritto amministrativo!”, ha rimarcato Ruffo, confermando di aver visitato la struttura di Vieste.
Cosa c’è che non va?
Nell’atto approvato dal Comune di Foggia si fissano i criteri con i quali selezionare quanti fossero disponibili ad offrire una proposta e ad accogliere i cani. Gli interessati dovranno, secondo quanto stabilito nell’avviso pubblico, “fornire adeguate garanzie di affidabilità anche in termini di potenziali adozioni garantite”, “essere in possesso di strutture destinate a rifugi per cani disponibili a contenere circa 300 cani ed eventualmente garantire ulteriore ricovero dei cani catturati nel territorio del comune di Foggia”, “le strutture devono avere la destinazione di rifugi per cani ai sensi delle vigenti disposizioni regionali in materia”, “essere in possesso di certificato e/o autorizzazione sanitaria e veterinaria della ASL territorialmente competente rilasciata ai sensi della vigente normativa”. Inoltre dovranno dichiarare di essere dotati di strutture/canile ubicate nell’ambito del comprensorio della provincia di Foggia, di avere un medico veterinario professionista, anche convenzionato, quale responsabile sanitario della struttura. A totale carico del proprietario del canile le spese per il trasferimento dei cani. Il Comune offre per l’espletamento del suddetto un compenso annuale forfettario di 140.000,00 euro, pari a 4 rate trimestrali anticipate di 35.000 euro a decorrere dalla data di stipula del contratto.
Per legge un canile non può ospitare più di 200 cani. E anche quello viestano, come un po’ tutti, è sovradimensionato, ma comunque legale. Per stessa ammissione dell’assessorato il canile di Foggia, che attualmente lavora in deroga, invece è un “lazzaretto, un ghetto”.
Randagismo
In questi mesi assessora e dirigente hanno chiesto ausilio alle associazioni. E a detta dell’amministratrice l’unica realtà ad aver dato la sua disponibilità ad ospitare gli animali, dopo il pressing per due cuccioli dispersi, è stata Fare Ambiente, laddove invece l’associazione a “A largo raggio”, gestore del canile comunale di Foggia, è stata coinvolta per la sola sterilizzazione e per la degenza degli animali. Sono circa 400 i cani del territorio del capoluogo ad essere assistiti in vario modo da associazioni e privati. Il costo parrebbe superiore ai 140mila euro previsti dall’avviso. Terry Marangelli insieme agli altri animalisti, supportata da Vigiano e dal consigliere comunale Vincenzo Rizzi, dal suo canto, ha ribadito che tutte le attuali pensioni cittadine sono “abusive”. “Perché non ho dato la mia disponibilità? Semplice perché non ho spazio e non si è mai parlato di rimborsi, non c’è stato nessun protocollo. La gestione del randagismo è in mano all’abusivismo, ho 3 cani dal signor Franco Palmieri e nel frattempo Fare Ambiente continua a prendere in consegna cani. Tutte le associazioni sono stanche di anticipare denaro”.
In una nota l’associazione “A largo raggio” si è dichiarata fortemente contraria all’atto amministrativo del Comune. “La soluzione non è Vieste”, hanno rilevato alcune volontarie al nostro net journal, sospettando che l’amministrazione sia interessata ai suoli su cui sorge il canile in Via Manfredonia per motivi urbanistici. “Perché non realizzarne uno nuovo?”, è l’interrogativo di alcuni eletti. “La mortalità dei cani accuditi da Fare Ambiente è superiore al 40%, sono percentuali al di fuori della normalità – ha evidenziato Rizzi – o c’è una mancanza di professionalità o forse non ci sono norme adeguate di gestione”. Gino Fusco, dello stesso partito di Erminia Roberto, confessando di conoscere per la prima volta le tematiche di un “mondo sconosciuto”, è stato assai dialogante. “Qual è quell’amministratore che può dirigere un atto irregolare, il Comune non ha una struttura idonea ad accogliere i cani”, è stato il suo commento. Ma il contrasto ad un trasferimento dei cani a Vieste o in qualunque altra struttura che manifestasse interesse è fortissimo.
La posizione
“Detto avviso si pone assolutamente al di fuori della normativa vigente e l’associazione ha inoltrato all’amministrazione foggiana richiesta motivata di ritiro del provvedimento. Riteniamo che affidare la gestione dei cani della collettività a strutture private sia una stortura inaccettabile e ben lontana dal diritto alla tutela di questi nostri sfortunati “concittadini a quattro zampe” ingiustamente reclusi. Sarà opportuno che si comprenda tutti e una volta per tutte che non si tratta di fastidiosi carichi da stoccare da qualche parte per eliminare un disturbo. Si tratta di esseri senzienti, capaci di emozioni, portatori di diritti pari a quelli di chi, troppo grossolanamente, li “amministra”. La contrarietà, purtroppo, lascia il posto allo stupore quando si apprende che parrebbe già deciso di destinare i cani Foggiani a Vieste! In tanti, troppi, hanno riferito di questo atteso trasferimento di cani.
L’avviso pubblico scade il 13 novembre ma, da tempo, un dirigente foggiano avrebbe visitato la struttura ospitante accompagnato dal rappresentante di una associazione che opera sul territorio foggiano. Si tratta dell’unica associazione che ha ricevuto due stanziamenti, per complessivi € 18.000, per aver gestito cani del territorio, per averli gestiti male e con tassi di mortalità raccapriccianti rispetto a quelli di qualunque altra associazione. Al contrario “A Largo Raggio” in silenzio, senza chiedere nulla, ha gestito molti più cani risolvendo, ad oggi quasi del tutto, la penosa e gravissima situazione dell’ex ghetto dei bulgari. Tutto questo accade senza che si tenti un minimo di programmazione seria per affrontare la prevenzione del problema randagismo. Ci appelliamo al sindaco Landella affinché ponga fine a questo perpetrarsi di politiche e provvedimenti rabberciati da parte dell’assessorato di riferimento e per l’inizio di un confronto costruttivo che avvii la risoluzione del problema”, ha scritto la presidente di “A largo raggio”, Stefania Cassitti.