
Halloween e i Fucacoste sono alle spalle, ma il 2 novembre, il giorno dei Defunti, può anche essere l’occasione, andando in visita al Cimitero, per scovare alcuni pezzi artistici, nascosti nei camposanti della provincia. Ammirare i simulacri funerari non è soltanto un’attività ossianica adolescenziale. Nella parte monumentale del luogo sacro di Foggia vi sono numerosi esempi di arte sepolcrale di pregio. Si va dall’ottima mano di progettazione su una tomba degli anni Quaranta per il tempietto in onore di Gaetano Postiglione, con chiari rinvii all’arte del Ventennio, alle coperture neogotiche come quella della Cappella delle Croci. Non solo angeli in veste di Nike o sculture neoclassicheggianti.
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Ci sono poi tombe dal forte valore simbolico come quella per il Marchese de Luca, che oltre ad appartenere alla famiglia del Palazzo De Vita-De Luca era anche il marito di Maria Grazia Barone. Nella scultura che sembra spiccare il volo e sconfiggere la morte, c’è tutta la maestosità del ricordo delle famiglie di benefattori che hanno segnato qualcosa nella storia cittadina nell’ambito della solidarietà sociale.
Ha condotto una ricerca sugli esempi di architettura-scultura funeraria del XIX e del XX secolo, l’architetto e storico dell’arte, docente allo Zingarelli di Cerignola Gianfranco Piemontese, il quale ha inserito tombe e fregi mortuari in un suo ampio studio generale sulla scultura del XIX e del XX secolo in Capitanata.
Presenti in gran numero le sepolture con madonne e veneri svenevoli, dal lunghi drappi come per la tomba Casalanguida o La Capria, che riprendono in pieno tutto il manierismo funerario tra i due secoli. Esemplare anche la tomba di Filippo Rota, con il bellissimo bassorilievo del defunto.