
Manca poco alla lunga notte buia e tempestosa degli abbonamenti per la stagione teatrale 2017/2018 del Teatro Umberto Giordano. Filippo Silvestri, profondo conoscitore di musica, teatro e letteratura, abbonato sin dalla riapertura del contenitore storico foggiano ha scelto di indirizzare una lettera al primo cittadino Franco Landella. Eccone il testo.
Lettera Aperta al sindaco Landella
Centro della città di Foggia.
Circa un anno fa, nottefonda.
Alla sua sesta birra quell’individuo era un po’ malfermo sulle gambe. In una mano la bottiglia nell’altra dei tagliandi di un’associazione per la lotta contro il cancro del costo di un euro. Con un dire piuttosto insolito ci aveva spiegato che non potevamo certo esimerci da un simile contributo per una così nobile causa.
A quelle parole mi ero detto: dove sono capitato?
Era, in quella notte umida e fredda, la seconda volta che mi ponevo un tal quesito. Infatti poco prima, un minaccioso “ti svito la testa come una lampadina” aveva squarciato la foschia. Per amor di giustizia, devo ricordare che l’autore di tale minaccia si è poi scusato con gli astanti per aver perso le staffe. Nessun verbo, invece, venne pronunciato dall’individuo fatto oggetto di tale minaccia. Alto, capelli grigi e unti, emanante un olezzo che scavava intorno a sé una distanza di sicurezza, quel tizio era rimasto imperturbabile. Era uno degli assoldati, uno dei genericamente definiti “parcheggiatori abusivi” che per una tariffa di cui io ignoro l’entità fanno la fila davanti al Teatro Giordano di Foggia per prenotare l’abbonamento alla Stagione di Prosa. Prendono così un compenso da coloro che non se la sentono di fare la coda.
Per il secondo anno di fila io ero finito lì.
Perché per andare alla prosa del Giordano devi averlo grosso e minaccioso il tuo parcheggiatore.
Di quelli che quando arrivi e chiedi informazioni ti invitano a “non sbagliare a parlare” e che quando arriva la pattuglia dei carabinieri scompaiono in attesa di riavere la piazza libera per riapparire ancora più aggressivi. L’anno scorso alle 22.30 è scomparsa l’ultima pattuglia di polizia lasciando circa duecento persone in balia del buio e di questa follia. Perché è ovvio che se c’è una coda verranno distribuiti dei numeri e a tutela dell’elenco che si va formando si procederà a circa ogni ora a surreali appelli notturni, così al primo assente vedi scatenarsi la piccola esasperata folla con urla e gesti che pretendono la cancellazione dell’incauto.
L’anno scorso quasi 27 ore di fila, e quest’anno gruppi organizzati parlano di presidiare la piazza da ben due notti prima.
Tutto questo avviene nel centro di Foggia, dove a pochi metri c’è un negozio che ha un record di rapine subite, dove uno degli artisti venuto a esibirsi al Giordano ha preso un pugno in faccia da due rapinatori, e dove, proprio nelle ore di quella coda, un ufficiale dei vigili urbani ha preso, anche lui, un pugno in faccia dal venditore di cannolicchi che lavora all’angolo del teatro.
Appare allora a dir poco irriguardoso nei confronti della cittadinanza che Lei, signor sindaco, ben consapevole dei disagi e dei rischi che correranno coloro che anche quest’anno saranno costretti a questa barbarie, riproponga una prenotazione a così alto rischio.
Sono tra coloro che come pochi altri tesse le lodi sulla gestione di quel teatro, aperto ogni sera e faro di civiltà, ma si sa, un pizzico di barbarie quello ci vuole sempre, non si riesce a farne proprio a meno.