di MOLLY CLAUDS
Mentre il Rosatellum è appena passato in Parlamento a colpi di fiducia e “pressioni improprie” al Governo Gentiloni col voto dell’Ala di Denis Verdini, sui territori è già cominciato da tempo il toto nomi e il toto alleanze per le prossime elezioni Politiche.
Un terzo dei seggi sarà assegnato con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali – cioè collegi in cui ogni partito o le coalizioni tra più partiti presentano un solo candidato – mentre i restanti due terzi saranno assegnati con criteri proporzionali (ci saranno quindi 232 seggi alla Camera e 109 al Senato eletti con i collegi con votazione secca e le preferenze). I seggi del proporzionale, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbero essere divisi, in base alla popolazione, ogni milione di abitanti, pertanto la Capitanata potrebbe ritrovarsi unita alla Bat. Potrebbero essere infatti 4 i collegi pugliesi, con lo sbarramento al fatidico 3%. I listini bloccati senza preferenze potrebbero avere da un minimo di 2 candidati ad un massimo di 4.
Nei collegi uninominali, invece, che potrebbero avere un’ampiezza di 250mila abitanti, verrà eletto il candidato che prende anche un solo voto più dei suoi avversari. Queste le regole, ancora tutte solo abbozzate, perché dopo l’approvazione della legge elettorale, assicurano gli insider parlamentari, si avrà almeno un mese di tempo per i frazionamenti statistici e geografici.
Ma vediamo le prime mosse dei partiti. Tutto è in fieri.
Centro sinistra

“Sul mercato elettorale c’è una forte domanda di una lista alleata ma distinta dal Pd e tanto più manca dopo il passo di lato di Giuliano Pisapia”, a dirlo ai giornali nazionali è stato Bruno Tabacci del vecchio Centro Democratico oggi interno al Campo Progressista dell’ex sindaco di Milano. I referenti locali, come l’eterno Pasquale Pellegrino, sono in cerca di una collocazione. E MdP Articolo1 è oggi più attrattivo sul territorio foggiano. Se sfumerà, come possibile, dopo il test siciliano e il probabile buon risultato di Giuseppe Fava il prossimo 5 novembre, l’alleanza tra il Pd e la sua sinistra, quasi certamente i partiti di sinistra, da MdP a Sinistra Italiana, passando per il rassemblement del Brancaccio, piazzeranno un proprio candidato in ogni collegio uninominale. A suggerirlo a Foggia è stato lo stesso Massimo D’Alema, che potrebbe essere candidato per “tirare” la lista sia a Foggia sia a Lecce (si può essere inseriti in un massimo di 5 listini bloccati). È più che certa la candidatura di Arcangelo Sannicandro in Art. 1 – MDP, così come quella di Mario Nobile in SI.
Giochi conclusi sulla carta nel Pd, dove per il proporzionale sia Michele Bordo sia Colomba Mongiello, in quota Emiliano, dovrebbero avere il posto assicurato. Lo stesso vale per Elena Gentile in quota Renzi, nonostante alcune freddezze mostrate dal segretario nazionale nella sua recente visita. La sfida vera, tutta aperta, è sull’uninominale, dove potrebbero esservi sorprese. Il congresso provinciale è appena terminato e gli equilibri sono ancora mossi.
Il “caso” AP
Sarà in Puglia in questi giorni il coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, Maurizio Lupi. Ad accompagnarlo nel suo tour il consigliere regionale e coordinatore pugliese Giannicola De Leonardis. A Bari danno per scontata la sua capolistatura, dopo l’abbandono di Massimo Cassano. Il partito ha chiesto, meglio implorato, la candidatura di De Leonardis, benché il politico foggiano amico delle cooperative bianche preferisca in cuor suoi dare una mano a qualche altro candidato per barattare un appoggio alle prossime regionali. Lui, come tutti, aspira alla garanzia dell’elezione, cosa che un partito come Ap non ha. Tanto più che in Sicilia l’alleanza con Micari potrebbe rivelarsi una debacle. Ecco perché AP in questo momento potrebbe ritornare nelle braccia di Silvio Berlusconi.
M5S
Nel M5S si fa un gran leggere dell’articolo 4 del regolamento, che indica che le procedure per la presentazione delle candidature e la scelta dei candidati verranno definite in base ad una impostazione analoga a quella utilizzata nelle precedenti elezioni. Salvo nuovi stringenti criteri di selezione. Ciò significa che in provincia di Foggia, che attualmente non ha nessun portavoce in Parlamento, potranno candidarsi solo coloro che facevano parte di una lista certificata per precedenti appuntamenti elettorali amministrativi. Potrebbero ambire alle Parlamentarie quindi tutti i non eletti alle scorse regionali. Da Luigi Starace a Giorgio Sernia. Insieme a tutti quelli che non sono diventati consiglieri comunali a Cerignola, Orta Nova, Troia, Lucera, San Severo, Ascoli Satriano, San Marco, San Giovanni, Cagnano, Castelluccio. Da Federico Fiorentino, ex candidato sindaco di San Giovanni a Giorgio Lovecchio. Non a Foggia ovviamente, dove la lista è stata bocciata e disconosciuta da Beppe Grillo. Ma questa è storia arcinota.
E come la mettiamo con Roberta Lombardi che da parlamentare sarà candidata presidente in Lazio? Gli attivisti rispondono prontamente che quella deroga è stata ammissibile, perché il mandato di deputata di Lombardi finisce in contemporanea con elezioni regionali. Ma a Foggia nessun portavoce, né la consigliera regionale Rosa Barone né la consigliera comunale viestana Maria Teresa Bevilacqua, giusto per fare i nomi più in vista, ha il mandato in scadenza. Ergo, il problema non si pone. Una cosa è certa: la legge elettorale impone anche ai partiti e alle formazioni politiche e ancor più al Movimento 5 Stelle di dotarsi di candidati riconosciuti e riconoscibili sul territorio. Ecco perché il Movimento sarà chiamato ad individuare attivisti capaci e dalla grossa cultura politica, con un contributo fattivo sui temi. I timori sono tanti tra i pentastellati e serpeggia qualche pessimismo di troppo. A detta di molti sarà difficile spuntarla sul maggioritario, il voto di opinione premierà soprattutto il proporzionale. Ma forse si sottovaluta la rabbia e il sentimento antisistema dell’elettorato, insieme alla sua profonda voglia di cambiamento.
Centrodestra

Il centrodestra appare sicuramente favorito. In Forza Italia è data ormai per sicura la candidatura di Giandiego Gatta alla Camera sia nel proporzionale sia in un ipotetico maggioritario “garganico”. Non è chiara la questione Landella. Il sindaco secondo una interpretazione di alcune sentenze della Corte Costituzionale, dovrebbe dimettersi solo se è eletto, perché le due cariche sarebbero incompatibili.
Tra i fittiani c’è molta confusione. “In Destinazione Italia, le trattative sono in corso un po’ con tutti – spiega Mimmo Verile – i contatti frequenti sono con Meloni e Lupi, come con l’AP di Angelino Alfano, che a livello nazionale sarà molto condizionato dal responso siciliano. Io credo che si farà il centrodestra berlusconiano, più una lista unica con tutti gli altri partitini. Tarquinio sarà candidato a Foggia al Senato, il partito sta crescendo parecchio. In Puglia senza Direzione Italia, non si va da nessuna parte, Fitto è forte”. In quell’area “moderata” si sta assistendo anche ad una ricomposizione dell’Udc con i grandi vecchi come De Mita, Mastella e Fontana. E chi più ne ha più ne metta. “Tutti quelli della Prima Repubblica avranno come apripista Tajani”, spiegano.

Lo conferma anche Angelo Cera, che osserva: “Stiamo aspettando di capire cosa succede con le elezioni siciliane, dopodiché si provvederà a fare un incontro unitario. Vareremo Democrazia Cristiana, con lo Scudo crociato, dove si ritroveranno i due depositari del simbolo e del nome. Staremo dentro il centrodestra, noi siamo stati totalmente dimenticati dal governo Renzi e dal centrosinistra. Su quello regionale per carità non voglio dire nulla, ma non ci sono gli stimoli. È la solita storia, la sinistra ha la cultura del potere. O prendi o lasci, o ti mette in una condizione di opposizione permanente. Napoleone resta con Emiliano perchè ha stabilito un contratto con l’elettore del centrosinistra a suo tempo, ma non è che ci sta bene. Sono 5 consigli regionali che non si riesce a fare un tubo”. In questi giorni Cera ha perso un suo fedelissimo, Costanzo Di Iorio. Se n’è andato perché non avete sancito la sua candidatura a sindaco a Vico? Il parlamentare è tranchant. “Auguri a lui, noi abbiamo perso un personaggio che era fuori da molto tempo. Questa ipotesi del candidato vichese non esiste. Libera e Rita, Michela, sono tutte donne vicine al segretario sezionale Luigi Palmieri. C’è una bellissima sezione. Ci sono situazioni e condizioni, è da molto che Costanzo fisicamente si è allontanato da me. voleva candidarsi anche nella Puglia per Emiliano e poi è tornato: è un grande amico, che se ne va via”. Tornando alle Politiche è netto. “250mila abitanti per i collegi uninominali, che saranno 3, mentre per il proporzionale i tre Comuni della ex provincia nostra tornano con noi e forse anche solo la città di Barletta. Da adesso c’è un mese per fare i collegi. Al Gargano ci appiccicheranno sicuramente San Severo. È chiaro che per poter rappresentare al meglio una lista occorre essere sia nell’uninominale sia nel listino, per spingere sul 3%. Nessuno vuole essere un pescecane, ma serve uno che tira. Il Rosatellum è la truffa del secolo, è una legge che offende l’intelligenza delle persone. Uscirà una situazione così ingarbugliata che non si riuscirà a capire chi sarà eletto. Il meccanismo non esce fuori ancora nella sua crudezza”.
A destra

Con Matteo Salvini i nomi vanno e vengono, anche se tutti sanno che il vero referente del leader della Lega resta Lucio Tarquinio, per il tramite del grande amico lesinese, con villa a Bosco Isola, Casanova. I Fratelli d’Italia scioglieranno la loro riserva il prossimo 3 dicembre, in congresso. “Siamo ancora in alta marea, siamo veramente combattuti. È chiaro ed evidente che Salvini e Berlusconi hanno fatto una legge senza premio di maggioranza e che formerà la maggioranza solo in Parlamento. Il nostro è un problema politico. Loro sono venuti meno ad un patto di coalizione. A Roma Forza Italia sostiene Marchini e non va al ballottaggio. In Sicilia, hanno cercato di rigettare la candidatura di Musumeci. Berlusconi deve garantire la possibilità a Renzi di fare un governo con lui. È un punto che per noi diventa dirimente”, rimarca il capogruppo al Comune di Foggia Giuseppe Mainiero. “Sarò contrario a fare i collegi uninominali con Forza Italia. Tra la base questo sentimento prevale al 90%, tra i delegati non so. Nel Lazio molti collegi noi ce li giochiamo, così come a Lecce con Erio Congedo o a Bari con Melchiorre primo degli eletti”. Per Foggia città Mainiero ha le carte in regole, così come Mimmo Farina, se ci sarà il collegio Cerignola-Bat.