Confiscati beni a boss dell’Alto Tavoliere, “soggetto socialmente pericoloso”

Beni della mafia nel mirino delle forze dell’ordine. Stamattina, a Poggio Imperiale, finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari e agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio Misure di Prevenzione e Sicurezza della questura di Foggia hanno proceduto all’esecuzione del provvedimento di confisca a carico del noto pregiudicato Salvatore Di Summa, classe 1969 (tra gli elementi di spicco del clan D’Aloia-Di Summa, attivo nell’Alto Tavoliere), disposto dal Tribunale di Foggia – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del questore di Foggia. La confisca scaturisce dall’esecuzione di complesse indagini patrimoniali svolte dagli specialisti della Guardia di Finanza e di accurati accertamenti svolti dalla Polizia di Stato.

Nel dettaglio sono stati confiscati 3 immobili per un valore di circa 400mila euro, già sottoposti a sequestro anticipato e a successiva convalida da parte dell’autorità giudiziaria, risultati nella disponibilità del soggetto, considerato “socialmente pericoloso” nell’accezione del Codice antimafia, alla luce dei numerosi e gravi precedenti penali e di polizia, indicanti una spiccata dedizione al crimine fin dal 1989 quali reati contro il patrimonio, reati in materia di stupefacenti, reati in materia di armi, reati contro la pubblica amministrazione.

Le investigazioni eseguite dai finanzieri del G.I.C.O. di Bari, sono consistite nella valorizzazione in chiave patrimoniale degli elementi acquisiti nelle indagini, nonché nell’esame e confronto di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, ed hanno permesso di acclarare l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità del proposto rispetto alla propria capacità reddituale ovvero del relativo nucleo familiare.

Gli accertamenti hanno evidenziato una sperequazione tra i redditi dichiarati ed investimenti sostenuti nel periodo compreso tra il 2004 e il 2015, determinando l’emissione di una misura patrimoniale pari a circa 400mila euro. Gli accertamenti effettuati dalla Polizia di Stato hanno, inoltre, consentito di evidenziare la pericolosità sociale del soggetto, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale disposta dal Tribunale di Foggia – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del questore di Foggia, fondata sull’esame complessivo della personalità dello stesso, alla luce dei numerosi precedenti di polizia e penali e delle reiterate frequentazioni dell’uomo con pregiudicati.

“Riguardo alle strategie di contrasto alla criminalità organizzata e diffusa – commentano dalla questura di Foggia -, da tempo si è evidenziata l’importanza dello strumento delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, capaci di limitare gli spostamenti dei malavitosi sul territorio e soprattutto, sul piano patrimoniale, di incidere sulla loro ricchezza nonché di determinare una “perdita di immagine e di prestigio” agli occhi dei loro sodali. Obiettivo strategico di primaria importanza è, infatti, quello del contrasto alle proiezioni economiche della criminalità, mediante l’aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie riferibili direttamente o indirettamente alle organizzazioni delinquenziali, nonché alle loro capacità di infiltrazione nell’economia legale”.